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Niente di meglio di un doppio live per riscattare la prova mediocre e non all’altezza offerta un paio d’anni fa con “Tunnel supermarket”: gli Estra si riconsegnano al loro pubblico al massimo della forma, con un ritratto potente ed elettrico di una delle migliori live band della nostra scena rock.
Ventotto canzoni tiratissime, dove anche i momenti più tranquilli sono pervasi da tensione elettrica e dal carisma tangibile della voce di Estremo, della stridente chitarra di Abe e dall’esplosiva sezione ritmica. L’inizio è folgorante, è un impatto frontale con la fisicità del suono di alcune delle canzoni più belle degli Estra, e lo stesso stato di grazia rimane inalterato per quasi tutta la durata del primo cd: le versioni di “Minimo”, “Che vi piaccia o no”, “Miele” e soprattutto una sconvolgente, e maniacalmente pjharveyana “Nessuno” sono strepitose; il secondo cd non mantiene lo stesso livello di qualità, sia perché le canzoni più belle sono contenute nel primo disco, sia perché l’ascolto senza interruzioni di oltre due ore di concerto diventa man mano più faticoso.
Fotografia fedele degli infuocati concerti del quartetto, a questo disco si può solo contestare l’eccessiva lunghezza e la scaletta che omette brani fondamentali come “Preghiera” e “Non canto”, o rarità interessanti come le cover di Jeff Buckley eseguite spesso dal vivo, “Finché posso” e la stupenda, misconosciuta “Madeleine”.
Come da prassi ormai consueta, anche questo doppio live contiene brani inediti: “Gioianoia” è un’insinuante ballata tra Pixies e R.E.M.; niente di particolare accade invece con “L’angelo non previsto”, mentre eccellente è la conclusiva “Tecnica di rilassamento”, ipnotica elegia che si dilata in un lungo finale elettrico e sospeso, lontana parente della loro vecchia “Puoi distruggere”.
“A conficcarsi in carne” d’amore” ci riconsegna gli Estra al loro meglio, e spazza via ogni legittimo dubbio sulla loro ispirazione, e non può che farci piacere. Sì, abbiamo decisamente ancora bisogno di nuove alterazioni…