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Il concerto dei Loma al Calamita di Cavriago (RE), sabato 15 novembre, nell’ambito della stagione “Live in Kalporz!” dedicata al rock indipendente, è l’occasione per una chiacchierata via mail con Paola Maugeri, che i più conosceranno come una delle VJ di MTV, titolare del progetto Loma assieme a Massimo Ferrarotto.
“Eighteen years of sin” è un album grezzo, a bassa fedeltà ma estremamente piacevole da ascoltare, che potrebbe sorprendere chi si fa guidare all’ascolto solo dai pregiudizi. In attesa di vederla sul palco, Paola si presta a raccontarci della nascita del nuovo gruppo e delle sue passioni musicali.
La prima domanda è piuttosto banale: cosa ha portato alla fine dei Puertorico e all’inizio del progetto Loma?
Una naturale evoluzione delle cose. Dopo l’ultimo concerto con i Puertorico di supporto agli Spain, una delle mie band preferite in assoluto, abbiamo deciso di prenderci una pausa.
Ognuno di noi si è dedicato alla propria vita, perdendoci anche un po’ di vista con Thomas; con Massimo invece siamo rimasti sempre in contatto e un bel giorno ci siamo resi conto che non avevamo mai smesso di scrivere canzoni, e allora abbiamo deciso di mettere tutto su una cassetta e di portarla a Cesare Basile per farci dare un consiglio.
Dopo solo qualche settimana eravamo in studio per questo nuovo progetto!
Il disco è prodotto da Cesare Basile, e anche la sua band è stata coinvolta nella realizzazione di “Eighteen years of sin”. Come è nata la collaborazione con lui? E cosa ne pensate del suo ultimo disco? Io lo trovo uno dei migliori dell’anno, in assoluto.
Anche per noi il suo disco è meraviglioso. Cesare è un artista veramente unico e grazie a lui abbiamo capito tantissime cose sul fare musica…
La vostra musica richiama molto certo rock “a bassa fedeltà”: Folk Implosion, Sparklehorse, lo stesso Cesare Basile…sono nomi che vi hanno influenzato in qualche modo? Che musica ascoltavate durante la composizione del disco?
Questa è decisamente la musica che abbiamo sempre ascoltato. Aggiungerei anche Neil Young e per quanto mi riguarda tanto Beach Boys, Beatles e tutto quel cantautorato low-fi americano: David Grubbs, Devics, Low…
Cosa si nasconde dietro un titolo come “Eighteen years of sin”?
Solo una magnifica frase detta da un nostro caro amico americano una fredda sera a NY al Village in un baretto che si chiama kgb, mentre raccontavamo delle confessioni in chiesa alla domenica quando eravamo adolescenti.
È molto particolare l’uso che fate di uno strumento certo non canonicamente rock come il corno francese. Come è nata la passione per questo strumento? So che lo studi da un po’ e ti sei anche iscritta alla Civica di Milano…
Alla Civica di jazz di Milano ho studiato per due anni il basso, tre anni fa. Purtroppo non posso frequentare adesso la Civica di classica perché, ahimè, non esiste un corso di corno. Lo studio privatamente con il quarto corno della Scala, Stefano Alessandri. È uno strumento meraviglioso, capace di evocare sentimenti reconditi…forse in un’altra vita ero cornista! Ho torturato Massimo e Cesare per avere i corni e scrivere personalmente le melodie. Alle fine ce l’ho fatta e sono felicissima del risultato Per i miei gusto c’è troppo poco corno, ne esigerò di più nel prossimo disco!!!!!!!!!!!
Catania è ancora “la Seattle italiana”, come veniva chiamata qualche anno fa? Che clima si respira in città, dal punto di vista musicale? È ancora possibile, secondo voi, parlare di una scena?
Assolutamente sì, soprattutto se si considera tutta quella scena noise che fa capo agli Uzeda, ora Bellini, e che è la migliore scena noise del nostro paese.
Domanda sgradevole: pensate che il fatto che Paola sia un personaggio noto possa influire in maniera negativa sulla credibilità dei Loma? Insomma, quanto hanno pesato i pregiudizi (sbagliati, a mio parere) sull’accoglienza del disco, anche da parte della stampa specializzata?
Non è una domanda sgradevole, è solo molto frequente!!!!
Le recensioni sui nostri lavori sono sempre state magnifiche (compreso la tanta temuta stampa specializzata) e di questo siamo davvero felici…vogliamo solo fare ciò che per noi è importante, e cioè la nostra musica, seguendo quella che è la nostra urgenza creativa.
Per quanto mi riguarda non rinuncerei mai alla televisione per la musica e viceversa, sono due sfumature dello stesso colore che fanno ciò che sono, e di questo sono profondamente grata.
So che nei prossimi giorni girerete un video a Genova: avete scelto una delle idee che vi sono arrivate tramite il vostro sito?
Purtroppo no, e solo per un motivo, e cioè che le idee che abbiamo ricevuto erano estremamente costose da realizzare! Il nostro sarà un video low-budget, speriamo di usarle per il prossimo.
Il disco è praticamente autoprodotto, ma segna anche la nascita della vostra etichetta, la Nina Dischi: è solo un modo per produrre esclusivamente i dischi dei Loma, o avete intenzione di lavorare anche con altri artisti?
Per il momento i dischi dei Loma, ma ben presto io spero anche la musica altrui. Vorrei aiutare almeno qualcuno tra tutti quegli artisti talentuosi che mi spediscono la loro musica. Speriamo bene!
Chiudiamo con una curiosità: sia in una canzone dei Puertorico sia in una dei Loma c’è una canzone che nel titolo cita un certo Thomas. Di chi si tratta?
Si tratta di Thomas Avondo, chitarrista dei Puertorico e persona a me molto cara.