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Quella degli Oi Va Voi è una sfida interessante quanto piena di insidie. L’idea di unire la tradizione “klezmer” (come dire la musica “soul” della cultura ebraica – col violino al posto dei fiati, beninteso) di quei musicisti erranti dell’Est europeo, con i più moderni ritmi “dance”, potrebbe far storcere il naso ai puristi – appunto – della tradizione ed apparire per altri versi insipida agli amanti del trip-hop o dell’acid jazz.
In effetti tale sfida sembra essere stata vinta dal sestetto londinese guidato dalla raffinata violinista Sophie Solomon e dal trombettista Lemez Lovas, poiché il disco ha suscitato notevole interesse, ottenendo parecchi consensi tra il pubblico e gli addetti ai lavori. La musica degli Oi Va Voi è particolarmente curata dal punto di vista degli arrangiamenti, ricca di suggestione: quello che viene perso del tipico pathos della musica “klezmer” è compensato da una ricchezza melodica e da una gamma di colori musicali davvero sorprendente.
In effetti quel che ne deriva è un gran bel disco che suona moderno ed elegante dalla prima all’ultima traccia (l’approccio ideale per entrare nel particolare mondo musicale degli Oi Va Voi è probabilmente “Ladino Song”, quinto pezzo dell’album) e soprattutto godibilissimo anche da parte di un pubblico che abbia poca dimestichezza con i generi su menzionati.
Vivamente consigliato a chi apprezzi una musica interculturale, capace di integrare passato e presente con creatività, intelligenza e gusto.