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Frank Black è, ovviamente, quel Black Francis leader dei Pixies che se ne va ad incidere in beata solitudine da più di dieci anni. Così come Black Francis era un omaggiante rimando a Iggy Pop, l’attuale pseudonimo potrebbe tranquillamente rifarsi al Frank Back vocalist degli anni ’20, e nessuno si stupirebbe. Il punk-pop psichedelico che lanciò i Pixies tra le stelle di prima grandezza degli anni ’80 non è più la radice musicale del corpulento autore, che sembra rifarsi principalmente al rock delle origini e al surf-rock à la Beach Boys.
La dimostrazione è data fin dall’incipit “Nadine”, che strutturalmente potrebbe benissimo far parte del repertorio di Del Shannon mentre i riverberi della chitarra rimandano a “Bang Bang” di Nancy Sinatra: la voce nel corso degli anni si è fatta più corposa, a tratti quasi salmodiante. Anche la sfuriata finale ha ben poco a che fare con l’esperienza dei Pixies. La delicata ballata “Everything is New” sembra più vicina allo spirito che animava la band di Boston ai tempi della pubblicazione di “Trompe le Monde”. In generale si ha l’impressione di trovarsi davanti ad un autore oramai raffinatosi, capace di gestire perfettamente le proprie intuizioni ma senza la forza necessaria per produrre opere in grado di insidiare lo splendore di “Surfer Rosa” e “Doolittle”.
La classe non può essere messa in dubbio, l’ispirazione a volte appare incostante. Ciò non toglie che ci sia l’occasione per gustarsi la profondità sorprendente di “New House of the Pope”, drogato e dolente cabaret nel quale il pianoforte si scontra con una chitarra acidula, l’epica distorta di “Massif Centrale” declamata da Black in un falsetto realmente irresistibile che fa intravedere, nel basso di Dave McCaffrey (già membro dei Miracle Legion), le linee che resero celebre Kim Deal, il trascinante country di “Goodbye Lorraine”. Ma soprattutto il mondo nascosto dietro le trame pianistiche angolari, spezzate dalla batteria e dagli ectoplasmi della chitarra di Joey Santiago – fedele accanto a Black dai tempi che precedettero l’esordio dei Pixies – che fanno di “The Old Heartache” un brano spiazzante, cupo e rabbioso, liquido eppure così saldamente terreno, l’ironia sostenuta di “The Snake” e la gentilezza acustica di “Coastline”.
Un mondo che è, forse, la nuova anima di Frank Black, accompagnato da amici – oltre al già citato Santiago sarebbe il caso di annotare la presenza all’organo di Eric Drew Feldmann, membro dei Pere Ubu già all’opera in “Trompe le Monde” – e forse finalmente pronto a rimettere le mani sul progetto che vale una vita. E’ da tempo che si parla di una reunion Black, Santiago, Deal e Lovering, e le voci sono alla fine diventate realtà: una nuova tournée insieme, un nuovo album in cantiere, chissà cos’altro ancora. Resta seriamente da capire una cosa: il Frank Black dolente e sonnacchioso attuale rivestirà i panni del Black Francis strafottente e delirante di quasi vent’anni fa o cercherà di trasportare i Pixies nella sua nuova veste? E come reagirà Kim Deal, colei che è rimasta più vicina al suono della band, sia con le Breeders che con gli Amps?
Per adesso forse conviene sentire Frank Black che canta “For the first time in my life I just don’t care” e rendersi conto che è sincero.