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Un rapporto deciso nell’ombra, e diventato reale sui palchi, quello tra i Sushi e Madaski. I primi portano avanti il loro pop venato di scuro già contenuto nel loro “Un mondo terribilmente volgare”, mentre Mada li aiuta ad arrivare a destinazione, propenso com’è ad immergersi in un plumbeo mondo electrodark, non appena riesce a svicolarsi dagli Africa Unite.
“dDt” sta per “dentro di te”, e il testo del brano omonimo, ma ancor più le immagini del video girato da Lorenzo Vignolo, non lasciano adito a dubbi: si tratta di sesso, mischiato di umori non propriamente rassicuranti.
Niente di male, se il tutto non suonasse un po’ come un abbellimento fittizio, come l’unione tra due elementi poco compatibili, come due mani che, tirando in direzioni opposte, finiscono per rompere un elastico sottile.
Non c’è che dire, sono gli Üstmamò quelli che fanno capolino tra le pieghe di “Il vuoto perfetto”; con un vestito molto più scuro, ma sempre quello è. La voce di Otti continua ad evocare eroine manga, mentre battiti techno e clangori industriali tentano di soffocare la melodia nella culla. Sulla stessa traccia rimane anche il singolo “dDt”, che finisce per sfiorare addirittura la cover che Marilyn Manson fece di “Tainted love” dei Soft Cell. Lungo e ipnotico è il remix, il suo attacco di pianoforte, le tastierine spettrali, l’inquietudine che sembra dover comunicare a tutti i costi. Insomma, è giusta la dicitura che compare sul cd: Sushi vs. Madaski. Sembra che combattano, più che cooperare alle canzoni, e Madaski sembra molto più forte nel tirare il suono dalle sue parti.
Mentre i Goblin si affacciano dalle note di “Cambiare le cose”, una parte del testo mi colpisce; la voce scandisce queste parole: “Io vorrei diventare un’altra persona”. Anche musicalmente, mistress Otti?