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Andata e ritorno. Andata, in un viaggio trasversale d’esplorazione tra generi che, fino allo scorso decennio, parevano avere ben poche zone franche di contatto e contaminazione… almeno ufficialmente. Ritorno, con una valigia dove i ricordi e le impressioni sonore di questi panorami musicali tornano alla vita in undici tracce.
Per la precisione, quelle che accompagnano il secondo film di Marco Ponti, “A/R Andata+Ritorno” e firmate dal trio torinese dei Motel Connection. Sempre loro: Samuel (voce, chitarra, synth, samueltron), Pisti (basso, synth) e il Dj Pisti (samples e consolle). Come in ogni storia che si rispetti, psicologie, stati d’animo ed avvenimenti sono tra i più disparati. Così è questo disco, che prende il via da una melanconica “Queen of sugar”, pezzo d’atmosfera impreziosito da archi rigorosamente acustici, per poi lasciar spazio alle commistioni di elettronica più dissimili. Così “Dreamer” già preannuncia un sapore alla Chemical Brothers, sebbene nel suo cuore nasconda una sinuosa linea vocale, mentre “Reach out” e “Boosta at the echoes” (non mi dilungherò inutilmente sul featuring, al moog, di questa traccia!) svelano un retrogusto tutto Underworld delle migliori annate.
Non manca nemmeno il French Touch, che si svela palesemente nei raffinati campioni di “Preprodooction”, la quale peraltro presenta distorsioni in classico stile Kraftwerk. “Waxwork”, invece, rimanda direttamente oltreoaceno col suo funk alla Red Hot Chili Peppers, ovviamente, e prende energia vitale dalla collaborazione di quei Nitto e Tozzo, rispettivamente voce e batteria dei concittadini Linea77. Sempre in tema di partecipazioni, tra le innumerevoli spicca sicuramente il maestro Fabio Gurian, già direttore d’orchestra dei Subsonica al Festival di Sanremo 2001. Ultima citazione, la cover di “The power of love” dei Frankie Goes To Hollywood, già proposta nel precedente live del gruppo e forse col destino di trovarsi sempre un poco fuori luogo… Tuttavia, da questo excursus resta emarginata “Three”, bella combinazione di chitarra elettrica e basi elettronica, ritmo house e melodia, e forse un po’ miglior rappresentante di questo disco. Vario, variegato, da inseguire. Proprio come i personaggi della pellicola di Ponti.
Comunque sia, la vera sorpresa non risiede del disco, ma si cela proprio nella confezione. L’album è un doppio, e non un doppio dei Motel Connection. Il secondo cd è sempre una colonna sonora, ma che, questa volta, accompagna la vita vera. È possibile ascoltare le sue onde nei locali lungo i Murazzi del Po, nei centri sociali, qualche volta in tour lungo la penisola: ed il film, questa volta, sono le vite reali di chi vive queste avventure.
Ci sono i Wah Companion con le suggestioni seventy di “Cindy 76”, la ricercatezza e riflessività dei Gatto Ciliegia Contro Il Grande Freddo, peraltro una delle migliori realtà emergenti in circolazione, con “Frozen Coffee”. Ma anche i ritmi ethno-rap (questa è dedicata agli appassionati di definizioni da scaffale) di Rachid, già collabotore dei Subsonica e presente in questa sede con “La notte sul fiume” e “Senza terra”. Ma anche i ben noti Perturbazione e gli ahimè meno noti Blaugrana. La voglia è quella di citarli tutti, la mancanza quella di non poter tuttavia, in questo modo, diffondere le loro note. Come merito ai lavori di ognuno di questi gruppi e come incentivo per la musica emergente della penisola, fucina di idee che nascono sotto il segno dell’originalità e che troppo spesso non superano i confini regionali. Onore al merito, quindi, di questa iniziativa nata sotto la buona stella di uno dei più interessanti progetti degli ultimi anni.