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Traffic è incrocio continuo, meticciato di modi per concepire e fare musica, incontro e confronto di artisti ed idee. Un flusso ininterrotto di onde sonore che ha come palcoscenico la città di Torino, nel vero senso della parola: sì, perché il festival si snoda dai Murazzi al Parco della Pellerina, passando per la Mole Antonelliana, fino a raggiungere Settimo Torinese.
E se l’obiettivo (ambizioso) è quello di far vibrare il capoluogo piemontese non meno delle location dei più rinomati festival europei e statunitensi, la mossa è quella di intercettare proseliti lungo tutta la penisola, soprattutto grazie alla gratuità dell’ingresso e ad iniziative collaterali, quali sconti su alberghi e musei. A questo punto, il tema del filo diretto con quella Detroit capitale delle automobili e fucina di nuove tendenze musicali, sembra calzare a pennello… tanto da risultare un po’ ritrito. Comunque sia, da Iggy Pop a Vinicio che danzano sulla cassa in quattro di Explosiva, il tutto condito con uno stuolo di incontri con penne del calibro di Aldo Nove e Tiziano Scarpa, l’iniziativa promette di non lasciare andare a dormire la città tanto presto ed insoddisfatta.
Chi siano i maestri di cerimonia del début musicale è facile a dirsi: coloro che “I cieli su Torino”, per dirla come titola l’happening, li hanno vissuti in prima persona ed intessuti di parole ed note. Come I Subsonica, autori della semi-omonima canzone, o Linea77 che questi cieli li hanno portati in tour oltre i confini nostrani, o ancora Madaski, Africa Unite, Fratelli di Soledad, Persiana Jones e Mau Mau. Piccolo inconveniente, pare che questi stessi cieli per l’occasione abbiano deciso di rielaborare in chiave italiana la stagione monsonica, ricreando al Parco della Pellerina uno scenario forse fin troppo simile al puro spirito tutto rock and mud dei migliori festival. Il che può essere più o meno pittoresco e gradito…
Bagni d’acqua e di folla a parte, è impossibile dimenticare Madaski all’opera, specialmente durante il dub e le melodie, intrecciate dalla voce di Samuel dei Subsonica, di “Tonight”. Così come cattura l’esibizione dei Linea77: tutta energia che fluisce nella particolare commistione di linee di basso e chitarra in stile hard rock, su cui si inseguono il ruvido parlato ed il cantato melodico dei due frontman. Momento culminante, non poteva che essere l’intreccio coi colleghi e direttori artistici della serata, si parla dei Subs, per “66 (Diabolus in musica)”, peraltro ultimo singolo del gruppo di Venaria.
Proprio il quintetto subsonico, fin qui solo nominato per i vari innesti nelle altrui performance, certo non si risparmia per la propria. E, sebbene la voce di Samuel paia risentire, chissà, forse del cattivo tempo, pezzi più nuovi come “L’errore” e più inossidabili come “Liberi tutti” non mancano mai di trascinare e far ballare. In particolare, “Sole silenzioso” vede la band sul palco con gli Africa Unite, peraltro ex band del chitarrista e coordinatore del Traffic Max Casacci, mentre gradualmente i campionamenti e connotati di stampo elettronico lasciando il posto al mood tutto reggae di Bunna e compagni.
Spettatori e musicisti si muovono, con loro suggestioni, immagini, musiche e parole, su uno scenario metropolitano da scoprire, rivalutare e riorganizzare: un’idea originale e che sembra, almeno in questo primo giorno, aver preso il via con il giusto spirito. Per ricordare che, obiettivamente, di queste cose in casa nostra non se ne vedono molte. Ed ogni nuovo accordo può essere spunto per una nuova melodia.