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intervista di Miss D. Velta
Siamo nei camerini del Velvet, il concerto della Mark Lanegan Band è appena finito, parte del gruppo si sta rilassando, bevendo e scherzando con alcuni amici venuti a salutare. Una ragazza che ricorda Barbra Streisand, attacca una pezza noiosissima sull’America, in un inglese stentato che a volte sembra arrogante, in particolare ce l’ha con Nick Oliveri, che la guarda un po’ stupito e mi fa cenno di spostarci in un angolo più tranquillo del backstage per fare l’intervista e togliersi dalle “grinfie” di questo strano personaggio.
È stanco, Nick, è arrivato a Roma due giorni fa e subito ha cominciato a suonare, ora, non solo come “spalla” di Lanegan, ma anche in veste di chitarrista della band dello stesso Mark, dopo che Michael Barragan ha lasciato improvvisamente il tour. Il jet lag si fa sentire, e Oliveri fa fatica a stare in piedi, ha un aspetto fragile, senz’altro più tranquillo del solito Nick casinaro e turbolento, famoso per sfasciare camerini e farsi arrestare per oltraggio al pubblico pudore (dopo aver suonato nudo a Rock in Rio qualche anno fa). Quest’anno ha visto il “licenziamento” dai Queens of the Stone Age, il rimpasto del suo “side project” Mondo Generator e altre vicissitudini personali di varia portata. Stanotte viaggerà col resto della band sul tour bus che li porterà in Svizzera per un ennesimo concerto. Gli faremo solo quattro domande e speriamo che non si addormenti…
D:- Spesso hai chiamato le tue bands passate, le tue “mogli”. Ora che sei nuovamente “single”, come pensi di usare la libertà musicale e creativa nuovamente acquisita e dove vorresti portarla?
N.O.: Al momento sto facendo una serie di shows acustici, come spalla a Lanegan e sto anche suonando la chitarra nella sua band, ma quando torno a casa comincerò a lavorare sul nuovo album di Mondo Generator e sull’uscita del nuovo album acustico completo (nella sua integrità), perché al momento ho una parte di Mondo Generator e una parte di Demolition Day, ma entrambi faranno parte di Mondo Generator 3, e, vorrei farli uscire come LP piuttosto che come EP, spero a Febbraio, il giorno dopo San Valentino (ride)… e vorrei fare lo stesso con l’album acustico perché ci sono 15 canzoni e al momento questo EP ne ha solo 6.
D:- (Dai tempi dei Dwarves e poi con I Queens of The Stone Age) Sei famoso per essere lo stereotipo del musicista sex’n’drugs’n’rock’n’roll, ma in questi unplugged che stai portando in giro, stai mostrando un aspetto più vulnerabile e introverso. Come vedi la sfida che hai davanti, ti stimola?
N.O.: Oh, si! È tremendamente stimolante, perché credo che sia difficile fare qualcosa che è così distante dal mio “elemento”, strimpellare e suonare in maniera più melodica e forse più bella, credo, non è più il mio “attaccare le parti e pestare duro” e quindi, si, è una bella sfida, direi, ed è dove mi trovo al momento con la musica, voglio essere stimolato piuttosto che star comodo, perché so che potrò sempre fare musica rock e suonare “duro”, e continuerò a farlo di sicuro, ma so già che è qualcosa che posso fare in qualsiasi momento ed è divertente provare a fare qualcosa di diverso. Credo che cercare di espandere i propri limiti possa davvero farti diventare un musicista più bravo. (chi scrive suggerisce che ora sta suonando più nudo che mai, e lui ride e fa si con la testa).
D:- Vuoi dirci qualcosa della nuova formazione di Mondo generator e cosa hai in riserbo per il pubblico?
N.O.: Faremo degli shows a Dicembre a LA, suoneremo insieme a Turbonegro, e sarà senz’altro divertente, non posso assicurare che questo sarà la formazione permanente del gruppo, ma ci sarà Mark Diamond alla chitarra, lui suona coi Dwarves e con un altro paio di bands tra cui Motorchrist, è un bravissimo chitarrista, uno di quelli che sa suonare tutto, quindi andrebbe benissimo per Mondo, ma non credo che resterà a lungo perché suona in troppi altri gruppi! Il batterista è invece un ragazzo che è arrivato nell’ultimo tour, si chiama Josh Lamarr, ma anche in questo caso non so se diverrà parte integrante del gruppo. Finora, Mondo Generator è stato il mio secondo progetto, è solo di recente che ho deciso di andare seriamente avanti con questa band, quindi ci saranno sicuramente dei cambiamenti per quanto riguarda la formazione, l’unica cosa di cui sono certo è che io ci sarò!
D:- Siamo arrivati all’ultima domanda, Nick, se potessi scegliere di lavorare con qualsiasi musicista, con chi ti piacerebbe collaborare?
N.O.: Credo Duane Dennyson, dei Jesus Lizard, e ha suonato anche con Mark. Credo che Duane sarebbe sicuramente una persona molto interessante con cui collaborare. Mi piace molto lavorare anche coi ragazzi della band di Lanegan, sono tutti dei musicisti bravissimi, ma nel futuro prossimo se potessi scegliere senza riserve, direi decisamente Duane Dennyson, chissà, magari prima o poi accadrà, stiamo a vedere cosa succede…
Nel frattempo è arrivato il tour manager, che chiama i musicisti a raccolta per la partenza, Nick, a registratore spento, racconta di un suo cruccio familiare che al momento lo preoccupa molto, poi sorride, si alza e, con la sacca e la chitarra in spalla, sale sul bus e non si volta indietro. Buona fortuna, Mr Rex Everything.