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C’è l’ombra di uno dei migliori gruppi punk rock di sempre, gli X, sui migliori brani dei M.A.S.S.. Che è all’incirca uno dei più grandi complimenti che si possa fare a chiunque suoni rock’n’roll, per essere chiari. Degli X i M.A.S.S. nei loro momenti più ispirati seguono il suono diretto e la sfrontatezza, l’irruenza del punk, senza per questo dimenticare la lezione del rock’n’roll e del blues. Il risultato è rappresentato da questi dieci brani in cui riescono a coniugare urgenza e melodie trascinanti.
Ma è soprattutto per la cantante dei M.A.S.S., Justine, che tornano in mente gli X. Nei momenti migliori la voce di Justine insegue la bellezza grezza di Exene Cervenka, giusto un po’ più impostata e pulita. Una voce che più suona spontanea e più affascina, un po’ come accade per tutta la musica dei M.A.S.S.. In quarantasei minuti il gruppo si fa spesso guidare dall’istinto, Justine canta con decisione e i quattro dietro di lei, nella più classica delle formazioni rock, due chitarre, basso e batteria, spingono con tutta la propria energia. Quando seguono questa condotta allora i M.A.S.S. risultano convincenti. Per questa ragione “Revolution” piace proprio nei momenti più aspri, quando la loro musica arriva senza mediazioni.
Ecco l’attacco bruciante di “Testify”, il primo singolo che forse qualcuno di voi già ascoltato da qualche parte in televisione, un frammento tra blues e punk rock che sa di rabbia ed energia. Lo seguono il fulminante ritmo di “Live a Little” e poco dopo “Get Ready”, tre minuti al fulmicotone. Non succede lo stesso quando si rifiata, in “Fake Talk” e “Death to Your Answers” ad esempio. Troppi fronzoli inutili, troppo gorgheggi che provano ad imitare senza successo P.J. Harvey e persino Janis Joplin. Sembrano più pause fatte per riprendere fiato, un’interruzione tra un’esplosione di energia e l’altra.
Quindi si riprende l’andatura sostenuta con il ritmo saltellante di “Give me a break” e “Revolution”, poi con il brano più rapido di tutta la raccolta, “Her Gravity”, ancora una volta in bilico tra rock e punk. A chiudere tutto “Somethings tells me”, tre minuti fulminei in bilico tra blues e punk. A parte qualche ingenuità, un esordio più che soddisfacente. Per il futuro chissà, forse rispolverare ancora una volta i vecchi dischi degli X potrebbe fare bene ai M.A.S.S.