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Insopportabile Conor Oberst. Nel bene e nel male. Insopportabile genio. Ragazzino impertinente che a 24 anni appena ti permetti di suonare alla destra del Boss per cercare di cambiare il mondo (non ce l’hai fatta, vabbè, sarà per un’altra volta). Moderno menestrello che alla tua tenera età hai già una discografia da far invidiare un Damien Rice qualsiasi – la qualità media in relazione alla quantità di uscite a nome Bright Eyes ha un che di impressionante – e che ti permetti, in un mercato discografico che non riesce a respirare per la sua inutile obesità, a far uscire non uno, ma addirittura DUE dischi. Completamente diversi. Con canzone tutte originali. E non solo due dischi a tuo nome, ma proprio due progetti diversi. Opposti e paralleli. Gemelli che si contrastano.
Ora è il turno di “I’m wide awake, it’s morning”, ennesimo disco in cui tu, insopportabile precisino, ci diletti con le tue tristezze, le tue agonie e le tue avventure amorose finite male. Si ok, ma cambiare copione? No. E fai bene, perché come riesci a scrivere tu certe cose, forse non ce la fa nessun altro. Intendiamoci: un pezzo come “Train under water” non lo perdonerei tanto facilmente a dei cantori qualsiasi… sono sei minuti di lagnoso lamento con un tempo pari che non cambia mai e un andamento folk che è di una normalità quantomeno banale. Però insomma, hai ragione. Su tutti i fronti. E quanto di te stesso ci butti dentro lo fa diventare un grandissimo pezzo… fanculo la lunghezza, se uno ha qualcosa da dire allora è giusto che si prenda tutto il tempo necessario per farlo.
E anche se non cambia niente, in questo nuovo disco di Bright Eyes, la canzone non è mai stata così limpida ed emotiva… e mentre chiudi gli occhi immedesimandoti nei lamenti dell’insopportabile Conor, ti viene da canticchiare this is the first day of my life, I’m glad I don’t die before I met you, but now I don’t care I can go anywhere with you.