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Un passo indietro: Roma, anno 2000, poco prima dell’uscita del terzo album degli Elettrojoyce, “Illumina”. La band si separa, lasciando il solo Filippo Gatti a portare avanti le belle canzoni di quel disco.
Oggi gli Elettrojoyce non esistono più, e se ne sente la mancanza: nonostante non siano tra i nomi più celebrati della rinascita del rock italiano dei ’90, pochi sono riusciti a unire una ricerca profonda sulle parole alla sensibilità scura e ruvida della musica come fecero loro. Lasciato Filippo Gatti all’esordio solista, le sue liriche di filosofia elementare sospese su tappeti elettronici, tocca agli E42, il quartetto formato dagli altri musicisti che fecero parte degli Elettrojoyce, portare avanti il discorso della band madre.
Dopo un mini album nel 2003, e accompagnato dalle fotografie di Claudio Corrivetti all’interno di un bellissimo booklet, questo “Libera” segna il debutto del quartetto e riporta alla mente certe pagine splendide: quelle di ballate pianistiche che si accendevano di furia elettrica, quelle di scorribande post-punk dotate di un suono aggressivo e rotondo, quelle di parole che sapevano essere semplici e imprevedibili.
Fa un effetto strano sentir tornare tutto questo: la vicinanza tra le due band non potrebbe essere più evidente che nell’iniziale “Atomo” (alla quale un arrangiamento indeciso impedisce di essere realmente efficace), o nella splendida “Ex flowback” (piano e chitarre intrecciate, un testo che ricorda le pagine di Fossati, un crescendo elettrico emozionante, la melodia che si apre timida e lenta al maggiore sul finale), ma, con il passare dei minuti, ci si rende conto di come gli E42 vogliano andare oltre.
Cercano un passo più svelto che non riescono del tutto a mantenere (“Un passo dopo l’altro”), aggiungono echi di psichedelia sottile alle loro ballate dark (accade esplicitamente in “Adora”, più sottilmente nei ricami di chitarra della title-track), si affidano più spesso alle chitarre acustiche (l’attacco del singolo “La notte di San Lorenzo” – di cui cinque remix sono disponibili in download gratuito sul sito www.e42.org -, la conclusiva “L’ultimo amore”), ma il risultato non convince del tutto: “Libera” è sì un bel disco, ma soffre del fatto che i loro autori cerchino strade nuove, rifiutandosi di creare ciò che riescono a fare meglio. Si cerca di crescere, insomma, rendendosi conto con una punta di fastidio che la propria cifra stilistica perfetta era già stata trovata molti anni prima.