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Fortunatamente escono ancora dischi come “Thunder, Lightning, Strike”, altrimenti la musica rischierebbe di essere una vera noia. L’esordio dei The Go! Team da Brighton, è il perfetto antidoto alla seriosità, un invito a lasciarsi coinvolgere dal ritmo e dalla musica. Quello che suonano non è così semplice da descrivere, visto che in questi undici brani si colgono tracce ed influenze di Beastie Boys e Cibo Matto, Breeders e De La Soul, Belle and Sebastian e Pizzicato Five, senza dimenticare Ennio Morricone o John Barry. Il fatto davvero notevole poi è come tutti questi nomi non siano sufficienti a spiegare il segreto che sta dietro a The Go! Team. Perché la differenza tra la maggioranza dei dischi che vi possono passare tra le mani e “Thunder, Lightning, Strike” è racchiusa in una sola parola: entusiasmo.
La musica cucita dal gruppo inglese trasuda energia, voglia di suonare e di divertirsi. Così The Go! Team prendono tutte le influenze e costruiscono con grande stile un impasto di suoni, colori, parole, campionamenti che è degno erede di “Paul’s Boutique” e “3 Feet High and Rising”. Si passa da uno strumentale che ripercorre in modo leggero le suggestioni western di Morricone, “Panther Dash”, ad un brano che fa pensare alle pagine più vicine all’hip hop dei Cornershop, lo scintillante singolo “Ladyflash”. Il tutto è punteggiato da coretti, interferenze, inaspettati interventi di fiati, con tantissimo stile. E subito ecco uno strumentale che ha la stessa grazia dei Belle and Sebastian di “Dear Catostrophe Waitress”, “Feelgood By Numbers”.
Non che il resto del disco non sia all’altezza dell’impasto di melodie e colori dei primi tre brani. Ecco un richiamo alle colonne sonore di John Barry, “The Power Is On”, mischiato ad un incedere caracollante degno dei migliori Beastie Boys, e poi le chitarre taglienti del migliore indie rock che accompagnano melodie semplicemente irresistibili, “Get It Together” e “Huddle Formation”. Eppure ogni episodio è sempre pronto a regalare qualche sorpresa, una tromba soul o un flauto, e le canzoni hanno un gusto divertito ed energico. Ecco ancora il ritmo che esplode in “Bottle Rocket”, dove si riaffacciano ancora una volta i Beastie Boys, e un commiato che sa di colonne sonore di vecchi film western tirate a lucido per l’occasione, “Everyone’s a V.I.P. to Someone”.
Undici brani messi insieme con stile invidiabile e con grande entusiasmo. Era da troppo tempo che non si sentiva musica come questa e, beh, era un vero peccato.