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Bologna, Tenda Estragon, venerdì 9 settembre 2005: Marlene davvero in formissima. Serata davvero da ricordare. Questa è la cronaca molto confusionaria, davvero confusionaria, a braccio e a tratti come una luce strobo di un concerto che ci ha ridato i migliori M.K., quelli che a Ferrara ci erano sembrati leggermente meno in palla e – in alcuni pezzi – un po’ seduti sugli allori, e di una successiva chiacchierata con Riccardo e due parole con Cristiano. Chiacchierate stroboscopiche.
Il suono a manetta, senza alcun orpello di tastiere di Ellis per questa volta assente giustificato, quindi Marlene in formazione a quattro che fa tanto vecchi Kuntz con solo un Maroccolo al posto di un Solo (Dan). Forse anche per questo la spinta di pezzi come “Ineluttabile”, “Canzone Di Domani”, “Ape Regina” pareva quella di un gruppo di sedicenni discoli. Se uno avesse chiuso gli occhi lo poteva supporre, nel riaprirli però la barba bianca di Maroccolo e quella svogliatamente incolta di Godano avrebbero fatto ricordare che qui baby c’è dell’esperienza sul palco. E l’esperienza, baby, si sentiva. Risuonava anche nell’iniziale “Bellezza”, ne “Il Solitario”, ne “I Poeti”, canzoni meno irruente ma vissute, stramaledettamente vissute. E poi, chiediamocelo, cosa avrà attraversato il cuore dei marlenici presenti quando Godano cantava “E Poi Il Buio”? Quando sussurrava “Devono aver diviso in due il mondo / E penso di essere dalla parte sbagliata”. A me una fitta e un brivido.
Cristiano è in camicia rossa, ed è un po’ che non lo si vede con questo look: che aiuti la carica? Il suono nel tendone dell’Estragon è al massimo, le chitarre marleniane si fondono e lasciano tutti con un finale memorabile, con quella “Cara E’ La Fine” nella quale i M.K. raccontano di un ultimo momento, di un attimo terribile. Qui l’attimo è sublime e lascia tutti sfiancati ma soddisfatti come dopo un orgasmo.