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Aprono la serata gli italiani Satellite Inn, trio che propone un folk rock d’ispirazione americana. Le loro struggenti ballate, pur non avendo granchè di originale, richiamano piacevolmente i Sophia, e grazie a qualche guizzo elettrico figlio di certi Dinosaur Jr.
Spogliato il palco, gli Arab Strap entrano in scena con una formazione decisamente rock. Niente elettronica, archi o fiati: due chitarre, basso, batteria e tastiera ad accompagnare l’inconfondibile voce di Aidan Moffat. Il gruppo attacca nel migliore dei modi, sfoderando riff di chitarra ruvidi e incisivi a dei volumi inaspettatamente alti. Potenza in crescendo con la vecchia e splendida Fuckin little bastards” e i brani del recente “The Last Romance” a dominare la scaletta.” Gran bel sentire per canzoni come “Stink”, “Don’t Ask Me to Dance” e “Speed Date”, e le avvolgenti trame chitarristiche di “(If there’s) No Hope for Us” perdonano la mancanza della gradevole voce femminile.
Ma l’aggressività del suono cela un gruppo visibilmente stanco: Malcom Middleton non è così punk come la maglietta dei Ramones che indossa e rimane immobile per tutta la durata del concerto tirando occhiatacce scazzate ai compagni. Moffat, dal canto suo, suda nervoso. La sua dondolante presenza, causa qualche chilo e parecchie birre di troppo, lo fa sembrare quasi d’ingombro, tanto che lascia più volte il palco per poi tornare a canzone conclusa.
Insomma, l’aria che tira all’interno del gruppo non è delle migliori. Se poi suonano quasi due ore senza intrattenere il pubblico tra un pezzo e l’altro, ripescando più d’una anonima ballata dai dischi meno recenti, qualche sbadiglio è più che lecito. Nel finale c’è spazio per una tirata “Here We Go”, richiesta dal pubblico, e la splendida “There is No Ending”, con Moffat alla tastiera, a confermare che le canzoni dell’ultimo disco sono le più efficaci in una dimensione live. Noi ci auguriamo che la stanchezza del gruppo sia solo apparente, e che Moffat e Middleton, nonostante collaborazioni e progetti personali, possano continuare insieme sulla scia di “The Last Romance”, con un pizzico di grinta in più.