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Diciamo la verità: se non fosse stato per la Morr Music, e per il fermento creato dalle molteplici emanazioni dei fratelli Acher, l’elettronica minimale non sarebbe mai arrivata nel mondo del pop. Onore al merito, dunque, ma dopo anni è difficile mantenere in vita un genere tanto sottile: i Ms. John Soda ci provano, a quattro anni dal loro debutto, e vi riescono solo a metà.
Non che “Notes and the like” sia brutto, proprio no: è che alla band manca la malinconica energia dei Notwist, o l’algido calore ammantato di critica sociale dei Lali Puna, e si limita a scrivere buone canzoni senza che da queste esca una personalità definita. I Ms. John Soda giocano tutto sui particolari, su variazioni gentili di arrangiamenti che sarebbero stati scontati: così, nell’iniziale “A nod on hold” gli archi entrano in punta di piedi su un tappeto di bleeps quando ci saremmo aspettati uno scatto ritmico, mentre “Scan the ways” trotta scomposta su un basso nervoso e con una sottile carica ansiogena nella voce e in “Plenty of” archi e fiati ricuciscono la tela di una lievissima melodia.
Il resto scivola via, molto gradevole soprattutto per gli amanti del genere ma non per chi ricerca qualcosa di nuovo; lo spettro dei Lali Puna fa capolino in troppe occasioni, e davvero non si capisce come mai sia stata registrata una nuova versione di “No. one”: quella uscita sul “While talking EP” di due anni fa era un’asimmetrica bordata elettrica degna dell’ultima Shannon Wright, mentre ora è diventata solo un’esangue marcetta.
Non si vuole essere troppo duri coi Ms. John Soda: “Notes and the like” resta comunque un disco gradevole; belle canzoni, ma fin troppo legate ai propri cliché e con un piccolo difetto di personalità…