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“Songs from the Spiders House” è il secondo disco di Tiziano Sgarbi, titolare dell’etichetta Fooltribe che per le sue uscite si nasconde dietro l’alter-ego Bob Corn. La sua cifra stilistica si materializza in un folk da cameretta che cita gli Stati Uniti di Will Oldham, senza però replicarne il dolente fatalismo. Nella sua attitudine – per certi versi più “innocua”, rispetto a Bonnie Billy – Tizio parla d’amore e lo fa con la semplicità minimalista di chi ancora si fa prendere dalle piccole cose (“they still are songs composed thinking about girls” del resto, precisa nelle note di copertina). Rispetto all’esordio però, qui non è completamente da solo. La complicità di Giulio Favero (ex One Dimensional Man) si avverte in un tessuto sonoro fatto di tastiere, bassi e alcune chitarre elettriche. Questo vestito – per certi versi inedito, per un cantautore per solo voce & chitarra acustica – allontana la sensazione di monotonia che certe volte può attraversare una proposta di questo tipo e aumenta il potenziale suggestivo di pezzi come “You’re My Island” (forse la canzone migliore). Viste dall’esterno infatti, due raccolte di canzoni così fondamentalmente omogenee possono non riscontrare l’interesse del pubblico potenziale. Così invece, si riesce a rendere più intrigante un disco che correva il rischio di essere una copia carbone del precedente.