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Nick Cave ha incrociato il sentiero della settima arte più volte nella sua carriera. Sia da davanti alla macchina da presa, come nel caso dell’apparizione in “Il cielo sopra Berlino” di Wim Wenders, sia dietro, occupandosi della composizione di colonne sonore come nel caso di “To have and to hold” di John Hillcoat. Il Nostro ama farsi affiancare, in queste situazioni: nel primo caso dal fidato ex-chitarrista Blixa Bargeld, nel caso di questa nuova colonna sonora (scritta per il nuovo film di Hillcoat) da Warren Ellis, odierno Bad Seed, violinista sopraffino, session man, e titolare del progetto Dirty Three.
In “The proposition” la strumentazione è ridotta all’osso, con basso, violini e pianoforte a farla da padroni. I pezzi sono eterei, statici, contemplativi, e dipingono un quadro fosco e buio, servendosi di ossessive linee di basso, delicati tappeti mantrici dei violini, melodie secche e testi essenziali. La voce è uno strumento come altri, una sorta di lamento che anche quando declama versi sembra farlo a labbra semichiuse. Soltanto due le canzoni vere e proprie, poste in chiusura: “The rider song”, distillato purissimo di ballata-alla-Cave, e “Clean hands, dirty hands”, che conclude lasciando una scia di inquietudine.
Anche se si tratta di un album fascinoso e avvolgente, “The proposition” è pur sempre una colonna sonora, e come tale non può essere giudicata in assenza di immagini. Perciò ciò che intriga davvero è poterla sentire accoppiata allo scorrere di un western australiano scritto da Nick Cave. Scusate se sbavo.