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Statene pure certi. Anche quest’anno si parlerà di indie-pop svedese. Da quando il nome dei Radio Dept. ha cominciato a girare tra gli appassionati, si è ormai entrati in una sorta di circolo vizioso che ha reso il paese scandinavo lo stereotipo per eccellenza di certo indie-pop, quello che nasce dalle ceneri del twee-pop degli anni ’80 e delle malinconie elettro-acustiche dell’Inghilterra che fu. Non solo Belle & Sebastian e Jesus and Mary Chain quindi, ma anche Donovan, Nick Drake e Vashti Bunyan. Quest’anno ce n’è per tutti, dai Suburban Kids With Biblical Names agli I’m From Barcelona passando per questi Billie the Vision and the Dancers.
Sono in sette ed esordiscono con questo “The World According to Pablo”, concept album di nemmeno mezz’ora con cui espongono al mondo la storia chiaroscura ed ingenua di Pablo. Tra amori, passioni e moltissimi ritornelli, la band si presenta come la solita e freschissima novità nel panorama pop. E nonostante la musica svedese rischi di assomigliare più ad uno stereotipo che altro, funziona. Funziona perché nella sua spensieratezza riesce a non dimenticarsi della malinconia (“A Man from Argentina”) e non vengono mai meno le melodie.
Questo disco ancora non si trova, in Italia, ma nei prossimi mesi dovrebbe essere ufficializzata la distribuzione. Che si tratti o meno di una nuova invasione svedese sulla scia della Labrador ancora non si sa, ma questi Billie the Vision and the Dancers non sembrano essere un fenomeno estemporaneo.