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Non c’è più motivo di temere le vostre sorelline fan dei Duran Duran e degli Spandau Ballet. Fino a quando esisteranno gruppi come gli I Love You But I’ve Chosen Darkness anche gli anni ’80 avranno qualcosa di musicalmente rivelante da dire. Immaginate dei Cocteau Twins cantati da una voce maschile e delle chitarre molto Echo and the Bunnymen periodo “Ocean Rain” è il gioco e fatto. Ok, la smetto, so benissimo che siamo nel 2006, ma non è colpa mia se ogni volta che mi giro sembra di essere nel 1984.
Basta solo farsi l’abitudine e non sarà affatto un problema, basta che i gruppi ci sappiano fare e poi il resto è contorno, ognuno è libero di fare quello che vuole coi propri strumenti. Prendete questi I Love You But I’ve Chosen Darkness ad esempio. E’ indubbio che ci sappiano fare, questi inglesi del Texas, e poco importa che il loro universo sonoro attinga appieno dalla new wave, dalla 4AD e dallo shoegaze zona Slowdive. Le canzoni ci sono: prendete “Last Ride Together” e ditemi se non sembrano i Joy Division e che dire di “According to Plan” e “We Choose Faces” se non che si tratta del miglior mix di sound Creation e sound 4AD sentito da almeno un paio di anni a questa parte?
Insomma, gli ingredienti per piacere ci sono tutti e se non bastano questi punti di riferimento, sapere che questi bei tenebrosi fanno canzoni splendide spero sia un ulteriore incentivo. Alla fine c’è gente che ha dato una possibilità agli Editors e sarebbe quindi terribile non accorgersi di questo disco. Segnatevelo: “Fear Is On Our Side”.