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Potrei mettermi la coscienza a posto affermando che questo disco di Tom Russell rientra nella sempre più grande categoria dei dischi per cultori del genere. E infatti farò esattamente così. Giusto, ma chi è Tom Russell? Cantautore americano non più giovanissimo attivo da un bel paio di lustri ed autore di una corposa discografia dove possiamo sicuramente contare dei livelli di buona ispirazione, ma nessuno mai determinante per affermarlo in maniera totale. Rimane così un autore di genere in un panorama vieppiù affollatissimo. Il classico panorama dove è difficile sia fare un disco brutto, che uno veramente bello. Insomma, questo “Love & Fear” si ascolta, ma ci si limita a questo. Non fa schifo, ma lo si dimentica quasi subito e di certo non è che mi sveglio la mattina dicendo: “T’oh! Ho proprio voglia di ascoltare ‘Love & Fear’ di Tom Russell”. E se capita al sottoscritto, che fa dei cantautori americani la sua droga quotidiana, figuriamoci a chi non gliene frega niente. Ok, ma la musica? Un rock d’autore banale che più banale non si può – ma questo poi potrebbe anche andare bene in certi casi – cantato da un Howe Gelb d’ordinaria amministrazione. Nessuna emozione negativa né positiva. Il nulla assoluto. Un encefalogramma piatto che mi fa chiedere quanto avessimo bisogno di un altro disco del genere.