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Quale interesse possa suscitare, nel 2006, un disco di un guru minore del power-pop e dell’ex golden girl del Pasley Underground, per di più composto da cover sixties e seventies di pezzi noti e stranoti, potrebbe essere un buon argomento di discussione. Una discussione che verterebbe attorno ad un nulla fatto di seghe mentali e prese di posizioni intellettualistiche. Quando le cose vanno bene, tanto vale lasciarle andare, prenderle per quello che sono e farsi trascinare dalla forza di un disco che non ha nessuna pretesa esplicita, ma che riesce lo stesso ad essere bellissimo.
Con questo primo volume, Matthew Sweet e Susanna Hoffs omaggiano le radici e quei gruppi che hanno influenzato le loro rispettive carriere. Dai Beatles ai Fairport Convention, da Neil Young – ben due volte: “Cinnamon Girl” e “Everybody Knows This Is Nowhere” – ai Beach Boys, da Bob Dylan ai Velvet Underground passando per i Love, i Mamas & Papas, gli Who, i Kinks, gli Zombies e i Bee Gees psichedelici del primo periodo. E la cosa più bella, è che le cover sono didascaliche che più didascaliche non si può. Un po’ come per dire che quelle canzoni sono perfette così come sono e sarebbe inutile pensare di aggiungere qualcosa per renderle più personali. E, nella sua semplicità, è un discorso che regge. E convince.