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Un ultimo abbraccio. Un doppio abbraccio, anzi. Dallo scioglimento dei Delgados ad oggi è già passato un anno e mezzo: una fine improvvisa, dopo un soddisfacente tour europeo prima di Natale. Eppure, all’alba del 2005, tutto è svanito e così la loro magia pop. L’ultimo saluto ai fans, però, era doveroso darlo. Sottoforma di un doppio disco dove sono contenute tutte le sessioni alla corte di John Peel, disseminate lungo la decennale carriera, l’ex quartetto ripercorre la strada dagli esordi rumorosi di chitarre ai dischi più recenti dove è impresso il marchio del pop targato Glasgow, che sa di pioggia e giornate grigie. La band scozzese ha saputo regalare numerosi momenti degni di essere ricordati e riassaporati in questa pubblicazione. Le voci di Emma Pollock ed Alun Woodward hanno cantato assieme semplici e bellissimi pezzi come “Pull The Wires From The Walls”, “Everything Goes Around The Water” ed “Everybody Come Down”. “I Fought The Angels” con cui avevano aperto l’unico concerto che abbia potuto vedere e “No Danger” con cui l’avevano chiuso. Ne mancherebbero un po’ ma del resto non stiamo parlando di un best of.
E pensare che quel cazzone di Stewart Henderson quella sera di dicembre era ubriaco e sembrava che nessun’altro si stesse divertendo quanto lui. Lui che ai Delgados ha posto fine. Ma non gliene farò una colpa, perché il gruppo avrebbe potuto andare avanti sostituendolo e invece ha preferito smettere per non alterare mai la formazione di sempre. Oggi lavorano ancora tutti assieme alla Chemikal, la loro etichetta indipendente che fa uscire, anzi, faceva, i dischi dei concittadini Arab Strap (forse almeno Malcolm Middleton non si scioglierà, anche se il suo scazzo perenne potrebbe mettere questa affermazione in serio pericolo). Quella che licenzia quest’ultimo episodio del loro percorso artistico benchè non si tratti di materiale nuovo. Semplicemente un regalo che hanno voluto farci, e fare anche a loro stessi. E magari anche alla buon’anima di Peel, che deve avergli voluto molto bene. Farewell.