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Gli Zutons sembravano i soliti ragazzi inglesi destinati ad una carriera di successo vagamente immeritata per merito della solita stampa benevola d’oltremanica. “Who Killed The Zutons” era un disco raffazzonato, fuori fuoco, senza sostanza. Il loro desiderio era (ed è) quello di un pop caleidoscopico e senza confini, virato nel disimpegno post-moderno e nelle melodie frizzanti degli anni ’90 che furono Creation. L’esordio è una merda perché voleva essere una versione brillante dei Coral, peccato che lì gli Zutons fossero ancora una band di cialtroni da pub. Ed è ovvio che “Tired Of Hanging Around” non si presenti bene. Si pensa sempre a quelle canzoni fiacche e quasi quasi lo si stronca così, sulla fiducia, tanto di solito ci si azzecca. E invece gli Zutons sono cresciuti. Ed hanno imparato a scrivere canzoni e ad eseguirle in maniera accattivante, non ammiccano verso nessun modello contemporaneo e mettono insieme un gruppo di canzoni che – pur pescando a mani basse tra gli Animals, i Kinks, i Love e gli XTC – si ascoltano. E si ascoltano bene. Ci si diverte, si batte il piedino, si fa “sha na na”. Del resto, produce Stephen Street, uno che il pop saprebbe cavarlo fuori anche da teste vuote come quelle dei Kaiser Chiefs. E si scopre di botto che gli Zutons possono davvero essere un gruppo di belle speranze. E poi, che singolo micidiale quella “Why Won’t You Give Me Your Love”!