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Briciole di pane disseminate da Pollicino. Una serie di fattori convogliano la conoscenza con i (le?) Cansei De Ser Sexy, cinque donne e un ometto e già queste sono cifre strane per un gruppo. Ma ormai siamo abituati a vedere di tutto, perciò non ci può neanche sorprendere che questo gruppo brasiliano abbia firmato per la Sub Pop. Eddai, c’erano già i nostri Jennifer Gentle e i Nirvana sono lontani… possibile che quando si pensa a Seattle si debba essere fermi al tempo di “Singles”? Sì, è possibile, lo siamo anche noi.
Ma se alla Sub Pop non si sono mangiati il cervello, cosa che dubitiamo, ecco che hanno scovato questa realtà artistica dove i componenti si fregiano di non saper suonare e di saper fare altro: fotografie, grafica, design, ma suonare no. E’ lo specchio del tempo, come i reality che sono su “gente che non sa far niente osservata mentre non fa niente”, Giappala’s docet.
E che nel nome parafrasano una frase di Beyoncé, “stanca di essere sexy”… E poi??! Ci mancano solo dei titoli attizzanti come “Art Bitch” o “Meeting Paris Hilton” e l’operazione paraculo è dietro l’angolo.
Insomma: la materia grigia è andata in fuffa alla Sub Pop? La risposta è no, perché bisogna dimenticare il gossip (ma si fa fatica…) e andarsi ad ascoltare il disco, e lì si troveranno i motivi per cui si è catalizzata così tanta attenzione sui CSS: un frullato di electro alla Chicks On Speed, Cecchetto che canta “Gioca Jouer”, i Soulwax come travestiti (con le calze a rete) brasiliani, i Talking Heads con groovebox e theremin. Perfino le voci filtrate alla Eiffel 65. Gulp.
Tutti intorno al calderone, i CSS ballano buttando dentro quello che trovano, senza scartare nulla. Qui non si tratta di unire il bello e il brutto, gli opposti che sono i due diversi lati della stessa medaglia, questa qua è pura raccolta non differenziata, organico, carta e pile insieme. E’ cosa buona e giusta? Noi ne pensiamo solo una, di cose: per chi si scontra con i Cansei, senza aver sentito tutte quelle vaccate di contorno alla Vanity Fair tipo “Beyoncé sta con Kurt Cobain”, l’amore per il loro menefreghismo musicale è dietro l’angolo.
Al sottoscritto è capitato col video di “Let’s Make Love And Listen Death From Above”: senza sapere nulla ci si è buttati a capofitto su chi fossero e perché. Poi si è scoperto quello che abbiamo raccontato all’inizio, e che forse non dovevamo raccontare all’inizio come fanno tutti, per non condizionare. Abbiamo sbagliato. Cancellate tutto, non avete letto questa recensione, guardate un orologio e ipnotizzatevi. Poi andate su Youtube e guardatevi il video di “Let’s Make Love…”. La risposta è tutta lì.