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Alla Homesleep piace stupire e iniziare l’anno nel migliore dei modi. Sono già due anni che il rituale si ripete. Il 2006 era iniziato sotto il segno dei Julie’s Haircut, autori di uno dei migliori dischi – se non il migliore – dell’underground italiano degli ultimi tempi. Ora tocca ai Giardini di Mirò, storico nome dell’etichetta bolognese che, per quello che è il loro terzo long-playing (per comodità non contiamo le raccolte, gli ep e le innumerevoli iniziative che ruotano attorno a Jukka Reverberi e Corrado Nuccini), attuano una piccola rivoluzione. Lontani ormai i tempi del post-rock – di cui “Rise And Fall Of Academic Drifting” era comunque un ottimo esempio – e dell’IDM chitarrista un po’ acerba di “Punk… not Diet!” gli emiliani sterzano verso una forma-canzone sempre più definita e figlia più dello shoegaze che della scuola di Chicago.
Orfani dell’ex vocalist Alessandro Raina, Jukka e Corrado si prendono la responsabilità delle voci e cancellano ogni dubbio sulla legittimità dell’azione: le canzoni sono bellissime e si muovono altalenanti tra suggestioni psichedeliche (“Broken By”, molto Slowdive) e bordate soniche (“Cold Perfection”). Certo non tutto è novità. Ci sono ancora un po’ di IDM – “Spectral Woman”, “Clairevoyance” – e un paio di episodi figli del post-rock più esplosivo – “July’s Stripes”, “Petit Treason” – ma ottimamente bilanciati in quello che sembra, a ragion veduta, il miglior disco finora realizzato dai cinque reggiani. Un disco, “Dividing Opinions”, che potrebbe definitivamente consacrarli oltre le mura casalinghe – dove peraltro già raccolgono consensi grazie al lavoro della 2nd Rec – anche per merito dei riusciti cammeo di Apparat, Glen Johnson dei Piano Magic, Jonathan Clancy dei Settlefish e Cyne. Ma non sarà certo per merito loro se questo disco verrà apprezzato per il suo effettivo valore. Le canzoni parlano da sole e il risultato complesso rende “Dividing Opinions” un disco semplicemente stupendo.