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Ritornano i !!! dopo il primo (su Warp) convincente “Louden Up Now” del 2004. Diciamo subito che la formula resta, nelle intenzioni, pressoché immutata. L’album si muove sui frenetici binari di un punk-funk elettronico contaminato da forti suggestioni lisergiche. Non possiamo ormai più gridare alla novità, visto il primo disco e viste anche altre formazioni che si muovono lungo le stesse coordinate. Su tutti possiamo ricordare i Tussle, freschi del loro ultimo “Telescope Mind”.
Come avevamo intuito già ai tempi del loro esordio, i !!! cercano l’incontro ravvicinato con il panorama dance, in particolare con un certo tipo di house, e tutto questo è dimostrato dalla presenza di alcune loro tracce nelle scalette di diversi Dj affermati. Sven Vath, ad esempio, ha incluso la loro “Hello? Is This Thing On?” (“Louden Up Now”) nel suo cd-mix “The Sound Of The Fifth Season” di marzo 2005.
Esaurite le divagazioni riguardo la loro reale proiezione nel mondo della dance possiamo occuparci tranquillamente nel nostro oggetto principale, ovvero “Myth Takes”. Diciamo subito che profuma molto di disco di “passaggio”. Non appassiona da subito, ha bisogno di più ascolti, soprattutto non sembra cogliere e trasmettere l’essenza del suono elaborato nell’album precedente. Alcune tracce come “Sweet Life” non riescono a trovare una propria identità, mentre la successiva “Yadnus” esce completamente dalle aspettative ritrovandosi in una sorta di limbo rock-pop (o pop-rock, fate voi) ormai abusato e francamente noioso. In “Bend Over Beethoven” c’è un barlume di !!! e in “Break In Case Of Anything” emergono le intuizioni dub presenti nei già citati Tussle, ma poco sviluppate come poco caratterizzanti in “Myth Takes”.
La title track lascia piuttosto indifferenti (parliamo di ascoltatori con discrete aspettative); con “All My Heroes Are Weirdos” , invece, torna quello spensierato funk esagitato, rumoroso e sfacciato che ci aveva fatto innamorare dei ragazzi di Brooklyn. Stesso pensiero durante l’ascolto di “Must Be The Moon”, traccia dal forte appeal pop, seguita dall’incompiuta “A New Name”. “Heart Of Hearts”, punta di diamante dell’album, decisamente orientata verso forti influenze house, già uscita come singolo nell’omonimo EP, è il pezzo che merita sicuramente la maggiore considerazione. Chiudiamo con “Infinifold”, cinque minuti tanto inaspettati quanto inutili, così lontani dalle etichette appiccicate al suono dei !!!, punk-funk, rock-dance e chi più ne ha più ne metta.
Questo album è una piccola delusione, momentanea; è, probabilmente, come già detto, una tappa e non un punto di arrivo. Teniamoci buona “Heart Of Hearts”, ascoltiamo e balliamo. Per il resto non importa prestare troppa attenzione. Verranno tempi migliori. La pazienza, tanto, non ci manca.