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Il preascolto del nuovo album dei Perturbazione avviene in una giornata milanese dai toni primaverili anche se di inizio marzo. Tanto meglio, questo clima sornione è perfect per “Pianissimo Fortissimo”, la prima prova del gruppo di Torino per una multinazionale. Dalle pareti della sala d’ascolto della EMI ci guardano le faccette sbarazzine dei Beatles (ma, a dire il vero, anche il cartellone dei Finley…). Ecco le impressioni a caldo, appunti di primo ascolto che non dovrebbero sciogliersi con i primi caldi, quando si sarà interiorizzato con compiutezza l’album, perché la prima polaroid di “Pianissimo Fortissimo” è davvero buona.
- “UN ANNO IN PIU’”: due colpi di rullante e un battito di mani, questo l’inizio del cd. Un bel giro armonico per un sapore agrodolce. “Volontà stammi vicina”, gli errori ritornano. Inizia il viaggio attraverso il senso di inadeguatezza che accomuna molti dei testi di “Pianissimo Fortissimo” e che sembra il sentimento su cui ruota quasi un concept.
- “NEL MIO SCRIGNO”: qui parte un arpeggio di chitarra. “Invecchiare insieme a me dev’essere un’opera terrificante”. Là dalle parti della scuola romana, di Max Gazzé e Niccolò Fabi, anche se le doppie voci sono di Manuel Agnelli. Uno stacco movimentato. “I desideri nel mio scrigno sai che non sono i tuoi. Ti prego scusami se puoi”: ancora quell’
- “LEGGERE PAROLE”: altro change, l’apertura è riservata al basso. Una quasi bossanova dedicata ai libri e ai traslochi che si portano dietro gli scatoloni di libri. “Non siamo che storie più grandi più piccole di noi”: anche la nostra vita è un libro? Un attimo di pausa, una canzone adatta ad un rettilineo di strada con ciliegi in fiore, e scusate il miele ma – lo si è già detto – la primavera sta arrivando quindi siamo in perfect timing.
- “BATTITI PER MINUTO”: una cavalcata acustica con passaggi melodici a semitoni. “Una domanda in tasca: se l’amore è un gioco quali regole ti dai?”. Scartata da Sanremo, forse sarà il nuovo singolo. Speriamo di no, non è arrangiata al meglio. I Perturbazione la definiscono il “brutto anatroccolo”, e forse è davvero così. Però gli intrecci di trombe nel finale ripagano del resto.
- “QUALCUNO SI DIMENTICA”: l’atmosfera è rarefatta ma il ritornello apre (in senso armonico) la canzone che si schiude come una persiana. “Così una storia scivola … / Perché mi manca sempre un pezzo per essere felice”. Neanche a dirlo: inadeguatezza. Questa volta però con un finale edificante: “Ho ritrovato il desiderio di essere felice”. Basta poco, chi la sentirà capirà.
- “CASA MIA”: l’architettura è riservata agli archi e a un contrabbasso. E’ un risveglio indolenzito, con un “cuscino che odora di casa mia”. Come un novello Jean-Baptiste Grenouille, Tommaso canta che si sente a casa se sente l’odore del proprio cuscino. E’ vero, aggiungiamo noi: è come usare un diverso detersivo, gli abiti non ti sembrano i tuoi e non li riconosci. L’odore è “di quando sei uscita”: ah, c’è di mezzo anche una Lei!
- “ON/OFF”: ecco, questa ha il piglio da singolo! Una storia (d’amore) che è quasi lì lì per iniziare, è già in “on” o ancora in “off”? “L’ombra di un passo falso” può spaventare, eh, si sa. Forse perché ci sente sempre inadeguati? Finale alla Beatles, molto bello. Certamente il miglior pezzo fino ad ora. La versione acustica sarà in vendita solo su iTunes.
- “BRAUTIGAN (GIORNI CHE FINISCONO)”: un’ambientazione zen, quasi vicina all’ultima svolta giappa degli Air. “…accumulo oggetti che non si userò mai”. Il testo non è così incisivo come gli altri.
- “CONTROFIGURINE”: una canzone liscia. “Roviniamo la moquette con la nostra gravità”, la vacuità di certe cose che diamo per importanti, “controfigurine” della nostra età adulta, nostro immaginario collettivo comune. “Cosa rimane di noi?”.
- “GIUGNO, DOV’ERI?”: col pianoforte e un testo un po’ finto-poetico. “Vento tiepido soffiami via”. Un’orchestrina ci congeda con molta sincerità.
Anche noi ci congediamo dai Perturbazione, in attesa di riascoltarli il 13 aprile, data di uscita ufficiale di “Pianissimo Fortissimo”.
(Paolo Bardelli)