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Dopo sei lunghi anni in cui ci si è dovuti accontentare – si fa per dire – del side-project di Markus Acher (Lali Puna) i Notwist sembrano essere veramente tornati.
Era il 2002 quando “Neon Golden” riuscì, dopo l’inarrivabile uno-due dei Radiohead, a dare un futuro al pop che ammiccava all’elettronica, ipotecando con sette anni d’anticipo una meritata citazione nelle irrinunciabili classifiche che tra una ventina di mesi proveranno a riassumere il meglio del decennio. E pensare che erano partiti da un discutibile hardcore punk teutonico, ma con un’apertura mentale da novelli kraut-rockers, i quattro finirono per avventurarsi in una peculiare electro elegante e avvolgente che unisce sapientemente ai colori caldi di linee vocali e centellinatissimi rimandi alle sonorità del secolo scorso (folk, rock, jazz, 80’s), i colori freddi di un’elettronica sognante e visionaria.
Difficile dunque, dopo la quadratura del cerchio, fare previsioni sul settimo lp, conoscendo l’imprevedibilità dei quattro bavaresi.
Si sa che esce in primavera per la City Slang Records, che hanno registrato affiancati da un’orchestra vera e propria, con un nuovo batterista, Andreas Haberl che li seguirà nel tour europeo del quale sono state rese note le prime tappe [cliccandoci sopra si rimandi a http://www.notwist.com] (niente Italia, almeno per ora, ma Austria, Croazia, Slovenia, Praga e ovviamente Germania).
Nel frattempo non resta che gustarseli, direttamente dal sito ufficiale, in un piccolo spezzone video che li vede in studio letteralmente sotterrati da pc, synth, ampli, compressori, effetti e delay.
Se il discorsetto in tedesco quanto il dilatato riverbero spaziale e l’effetto-elicottero che segue vi dicono meno che nulla, c’è sempre il video di “Pilot” per rinfrescarsi un po’ la memoria.
(Piero Merola)