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Debuttano dal vivo i Chapter Zero, sinora confinati alla dimensione di studio. Con due album all’attivo, “Sad Memories” (2005) e “Beyond The Door” (2007), la band di Marco Govoni (bassista con il vizio del polistrumentismo) e Marco Oppi (voce) sceglie di essere qualcosa di più di un bel progetto. Nata nel 2004 come trio (con il chitarrista Michele Galli), proponendo un rock che dalle più disparate influenze distilla un prog-metal virato al pop, compatto, misurato e sobrio, senza spreco di note e autocompiacimenti, la creatura di Govoni, autore di musiche e testi, ha mostrato non solo di saper macinare musica anche in diretta, ma anche, e soprattutto, di essere in grado di raggiungere un equilibrio fra riproduzione fedele dei brani di studio e varianti “chiamate” dalla dimensione live.
Non solo: con il supporto di Davide Pola, chitarrista robusto dal suono classico, Alessandro Gallerani alla batteria e Vincenzo Tuccio alle tastiere, è emerso in modo pregevole lo spirito più hard, quello di brani come “The Cold Breath Of Evil”, “Give Me Your Passion”, “Keep The Hit”, “Lost”, “Sad Memories”, che nelle versioni registrate, forse anche per l’utilizzo di una base ritmica programmata in luogo della batteria, risulta talvolta più smorzato. Il dialogo fra il mobilissimo basso solista – suonato in modo non consueto, talvolta come una esaltante touch-guitar di crimsoniana memoria – e la chitarra, che costituisce il fulcro della musica dei Chapter Zero, ci è parso valorizzato dal sostegno di un batterista potente come Gallerani, che ha contribuito a rendere il suono più corposo. Un suono più massiccio e avanzato.
Certo non è mancato qualche piccolo inconveniente di rodaggio, del tutto prevedibile e inevitabile per una band che, sebbene formata da abituali collaboratori del progetto, si presentava al debutto assoluto. Peccato per l’assalto di crampi alla mano destra di Govoni – che ha imposto un taglio ai bis – e per l’assenza dello stick, utilizzato ad esempio in uno dei pezzi più riusciti dell’ultimo album, “Drain The Brain”. Nella scaletta, decisamente sbilanciata a favore del primo “Sad Memories” – forse giustamente trattandosi della “prima” del gruppo – hanno trovato posto anche una manciata di cover pienamente in linea con lo stile e le influenze assorbite dai Chapter: Dream Theater, Velvet Revolver, Metallica, su tutte una “No more tears” di Ozzy Osbourne davvero efficacissima, con accenni sinfonici nella parte delle tastiere.
Complessivamente ben dimensionato il suono, la voce mai soffocata nemmeno nei momenti di maggiore potenza strumentale.
SCALETTA:
1 – The root of all evil (Dream Theater)
2 – Keep the hit
3 – Lost
4 – Beyond the door
5 – Slither (Velvet Revolver)
6 – A darkglassbell
7 – Falling down
8 – Faith
9 – No more tears (Ozzy Osbourne)
10 – The cold breath of evil
11 – You and my life
12 – She saw through my eyes
13 – The answer lies within (Dream Theater)
14 – Give me your passion
15 – Run away
16 – The unforgiven (Metallica)
17 – Try to change
18 – Sad memories