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In Svezia se si dovesse pensare al collegamento tra il numero 77 e le donne difficilmente verrebbe in mente il celebre attributo femminile da smorfia napoletana, perché qui il 77 rappresenta la percentuale complessiva di donne occupate, solo il 5% in meno degli uomini.
Niente quote rosa ma i rapporti di forza tra i due sessi non cambiano se si analizzano le percentuali di donne impiegate in consigli d’amministrazione, parlamento e ministeri. Come il ministro alle Pari Opportunità Nyamko Sabuni, per la cronaca nata e cresciuta in Burundi, che a differenza di altre equivalenti europee dello stesso colore politico è discussa in patria per le attività svolte davanti alle scrivanie e non sotto o sopra. Ultima trovata quella di affiancare a partire dal prossimo gennaio un omino in gonnella all’omino maschile raffigurato nel cartello stradale dell’attraversamento pedonale.
Ikea Pop non può dunque che adeguarsi, dedicando il secondo capitolo della rubrica a tre delle artiste più in vista del panorama svedese.
In ordine di notorietà, l’esuberante Marit Bergman (www.myspace.com/maritbergman) da Stoccolma, non tanto per il cognome altisonante quanto per il fatto di avere già tre lp alle spalle. Dagli esordi nei Candysuck da riot-grrl innamorata di Cindy Lauper fino alla progressiva svolta svampita da risposta svedese alle Pipettes con sprazzi folk cantautorali. Amica e collaboratrice dei boss dell’underground nazionale Peter, Bjorn & John è volata negli USA in cerca di fortuna. Ce la farà? Poco trendy e troppo rassicurante per pestare i piedi a Santogold.
Marit Bergman – Adios amigos
Un solo album all’attivo, “Though, I’m Just Me”, invece per la nippo-svedese Maia Hirasawa (www.myspace.com/maiahirasawa), talentuosa cantautrice che alterna vellutate ballate piano-voce da risposta scandinava a Regina Spektor (e indirettamente a tutte le sue muse ispiratrici quali Ani Di Franco, Kate Bush, Tori Amos) a raffinati scorci orchestrali in odor di Bat For Lashes e colorate effervescenze pop, tutte fiati e controcori, come il singolo d’esordio che l’ha portata alla ribalta di cui di seguito
Maia Hirasawa – And I Found This Boy
Altra esordiente assoluta Lykke Li (www.myspace.com/lykkeli) originaria della Scania, successivamente di stanza a Stoccolma e a New York dove ha registrato quest’anno il promettente “Youth Novels”, prodotto neanche a dirlo da Bjorn Yttling. Arrangiamenti tra electro e folktronica scarni e minimali su cui si adagia l’ammaliante voce scelta per il prossimo album dai Röyksopp al posto dell’altra svedese, Karin Dreijer Andersson dei Knife, che tanto aveva brillato in “What Else Is There?” e che tanto è rievocata dalle tonalità della promettente ventiduenne. Pura casualità?
Lykke Li – Dance, Dance, Dance
(Piero Merola)
Le puntate precedenti
IKEA-POP vol.1