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Dopo due anni esatti da quel “Paper Tigers”, a mio avviso assolutamente entusiasmante, nuova uscita per Luomo, il progetto più dance oriented del prolifico produttore finlandese (ma berlinese di adozione) Sasu Ripatti, meglio noto nell’ambiente come Vladislav Delay.
E’ subito riconoscibile, ormai, l’estetica legata al progetto Luomo; è coerente, stabile e, in un certo senso, meravigliosamente ripetitiva. Lo si capisce dai pattern che entrano via via e che avevamo già sentito in “Paper Tigers”, dagli effetti applicati alle voci, dal tiro complessivo. E’ un suono ancora attraversato da venature dub, patinato, che trova riferimenti nella house di Chicago (stato di cose ribadito, qualora ce ne fosse stato bisogno, dalla presenza di Robert Owens in “Robert’s Reason”), ma che riesce a mantenere in qualche modo la propria singolarità, lontano dallo stereotipo che, al massimo, può essere rintracciato entro i propri confini. E’ ancora profondo, ruvido e rotondo insieme, diffidente e mondano, underground e modaiolo. “Convivial”, per questo, si presenta bene; è un album ballabile, curato e sofisticato.
Quindi, mi chiedo, cosa c’è che non va? Assolutamente niente. Semplicemente “Convivial” non raggiunge il livello dell’album precedente; lo lambisce in qualche caso (“If I Can’t, “Have You Ever”, “Sleep Tonight”), ma sempre molto più nella forma che nella sostanza. Alterna ottimi episodi a metà tra il più cupo stile di Vladislav Delay e quello di AGF (“Slow Dying Places”) a sterili ballatine di pop elettronico (“Love You All).
La verità, in fondo, è che “Convivial” non riesce a scorrere tutto d’un fiato perché non è proprio freschissimo, perché, nel suo fluire, è intervallato da troppe pause che finiscono per togliere un po’ di “anima” al lavoro nel suo insieme. La verità è che “Convivial” si spinge fin troppo e forzatamente verso il pop.
Nonostante tutto, se così si può sempre dire, lo spettacolo, vale, comunque, ancora, il prezzo del biglietto.