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God Jul, due parole che rimbalzano ovunque. Una frase misteriosa ricorrente nelle strade di Lund, nei viali di Malmö, nei vicoli innevati di Stoccolma, come nelle vetrine di Goteborg. Senza particolari indizi. Il mio svedese è imbarazzante. Qui puoi usare l’inglese anche col fruttivendolo novantenne. Ho imparato l’essenziale, insomma. Hej per salutare. Tack per ringraziare. Öl per birra. Skål per brindare. I giorni della settimana per capire i giorni di apertura e chiusura dei club. E poi ho imparato la parola magica. Fika, ovvero il break, il nostro “andiamo a prendere un caffè” che qui corrisponde a un imbarazzante “usciamo a fika”. Il che regala memorabili doppi sensi del tipo “Scusi qual è il posto migliore per la fika” “almeno una fika al giorno” e via discorrendo. Anche perché l’omofona italiana loro la traducono con un altrettanto equivoco fitta. Né ci si confonda con passera, messaggio d’accompagnamento alla luce verde che ti accoglie negli sbarramenti della metropolitana una volta inserito il biglietto nella fessura. Lasciando perdere fessure et similia, ho scoperto che kaka vuol dire dolce e l’enigmatico rasta assai ricorrente in autostrada non è altro che l’equivalente di stazione di servizio. La musica è molto seguita in Svezia ma scopro che l’onnipresente cartello Krog che mi faceva pensare al tarocco del marchio giapponese, sta per ristorante.
Infine l’illuminazione. Tra le pale eoliche che costeggiano la buia autostrada E6, sbuca finalmente una fabbrica. Triste e solitaria. I fumi di una ciminiera singhiozzante riadattata a tronco di un fantasioso albero di natale con tanto di rami fatti di luci natalizie. E una scritta lampeggiante, in due parole finalmente inequivocabili: God Jul.
Cosa c’entra tutto questo con Ikea-Pop? Nulla. Dunque la puntata fuori dal tunnel natalizio di Ikea-Pop è dedicata alle band fuori dal tunnel dell’indie-pop. Perché la musica svedese non è solo chitarre acustiche, atmosfere festaiole, coretti, arrangiamenti colorati e momenti romantico-malinconici sempre e comunque all’insegna della melodia catchy.
Iniziando dagli Ikons (myspace), sestetto incendiario da Goteborg, acclamata spalla degli Spiritualized nella leg svedese del tour autunnale di Jason Pierce e soci (youtube). La loro spietata psichedelia di scuola Spacemen 3, ossessiva e ipnotica dai tratti drone e dalle suggestioni labilmente elettroniche li avvicina alle band della Social Registry di Brooklyn (Electroputas, Psychic Ills, Sian Alice Group, Gang Gang Dance). Ancora nessun LP all’attivo ma già entrati nella SRVC, etichetta che punta sulla qualità più che su determinate tendenze (Jens Lekman, Embassy, The Studio). Peccato sia rintracciabile online soltanto l’esplosivo singolo Guns da cui il video omaggio a Zabriskie Point.
Ikons – Guns
Passando per l’eccentrico Erik De Vahl (erikdevahl.com), così apparentemente fuori dal giro da aver chiuso il suo myspace. In realtà fa parte della stessa etichetta e ha già due lp all’attivo, “Secrets Adrift” del 2003 (di cui si ricorda l’affascinante intimismo di “Walk” – youtube) e “Friendly Fire”, la cui titletrack (youtube) aveva attratto le attenzioni della critica oltre che della SRVC. La sua coraggiosa formula fatta di pop-folk gelido alla Red House Painters non rinuncia alla destrutturazione. Con timidi rumori e incursioni avant accomunabili a Tunng e Thee More Shallows. Il giovane cantautore, neanche a dirlo, da Goteborg, sembra voler intraprendere nuove vie ancora più ostiche ad ascoltare l’ultima traccia realizzata in vista del terzo lp, di cui il video.
Erik De Vahl – Shout It Out
Proseguendo per un duo dalla stessa città, arrivato in Italia un mesetto fa per tre date (video dal Velvet di Rimini – youtube), meritano particolari attenzionii Wildbirds & Peacedrums (myspace). Batteria incessante inseguita dalla voce posseduta di Mariam Wallentin. Un Die Brϋcke tra pulsioni tribali e viscerali ai limiti del garage e linee vocali impregnate di soul. Le ritmiche secche di Andreas Werliin picchiano duro e la voce fa quello che vuole. Il disco “Heartcore” è uscito in tutto il mondo solo ora dopo la pubblicazione svedese dello scorso anno lanciata dalla conturbante “Doubt/Hope” (youtube). Non contenti hanno già ultimato la registrazione del seguito “The Snake”, da cui il pezzo di lancio di seguito.
Wildbirds & Peacedrums – There Is No Light
Tornando in un certo senso alla folktronica, restando però sempre nella seconda città più grande di Svezia, è da segnalare l’esordio dei Detektivbyrån (myspace) dopo vari singoli ed EP (raccolti nella collection “E18” che prende il titolo dal loro brano più famoso – youtube). Il collegamento più immediato è con i Múm per la coabitazione di soluzioni stilistiche decisamente classiche ai confini dell’etno-folk e deviazioni sintetiche, comunque mai eccessive o prevalenti. Tra sprazzi rurali e ballad più movimentate, il terzetto ha confermato le proprie doti in questo promettente “Wermland”, da cui questo estratto live di uno dei brani più cinematografici dell’LP.
Detektivbyrån – Om Du Moter Varg
Infine sulla stessa lunghezza d’onda Fredrik (myspace), progetto di un giovane cantautore al debutto quest’anno con “Na Na Ni”, sospeso tra desolanti dilatazioni alla Matt Elliott ai limite del post-rock (o post-folk?) e lampi di vita con campanellini e glockenspiel che ricordano certe intuizioni islandesi di Múm e Sigur Rós. Hanno aperto dal vivo all’unica data svedese dei Beach House. Parlando tra una birra e l’altra col chitarrista del duo statunitense si concordava – forse per via delle birre – nell’apprezzare il coraggio della proposta musicale dell’eccentrica orchestrina di Malmö che dal vivo si presenta molto meno cantautorale e votata a lunghe introduzioni e intermezzi strumentali (youtube).
Interessante attestato di stima, non il mio, quanto quello dei protagonisti di “Devotion”, uno degli album più validi di quest’anno. Altrettanto adeguati nell’augurare un God Jul diverso dal solito.
Fredrik – 11 Years
(Piero Merola)
Le puntate precedenti
IKEA-POP vol.1
IKEA-POP vol.2
IKEA-POP vol.3
IKEA-POP vol.4
IKEA-POP vol.5
IKEA-POP vol.6