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L’avevamo definito un “terribile finto folk-western”: Lily Allen la pensa diversamente. “Not Fair” è il secondo singolo estratto da “It’s Not Me It’s You”, mossa suicida a nostro parere. Già l’album è così così (vedi recensione), con luci ed ombre, un cd che ogni tanto si fa ascoltare senza pretese ma non riesce mai a mascherare una bruttezza assoluta di suono (“scoreggione”, l’ha definito un mio amico), se poi la nostra Lily se ne esce anche con queste mosse…
Saranno pareri, probabilmente questa canzone per mucche di legno e galline di plastica piacerà a tanti e siamo invece noi i cazzoni, però su una cosa ci avevamo beccato: sull’aggettivo “finto”. “Not Fair” è talmente non credibile che il regista del video ha potuto solo ambientarlo in una vecchia trasmissione americana Anni Settanta, “The Vagon House”, ricreando un’atmosfera meta-surreale e involontariamente comica.
Il tentativo è evidente: cercare di togliersi un po’ di patina british per inzupparsi i calzoni come si fa in un ranch del Texas. Mah. Lily Allen è caruccia caruccia, ma non va molto al di là dal sembrare la mia compagna delle superiori del 2° banco.
Il testo è sull’eiaculazione precoce di un boy “15 telefonate al giorno” che però “non è sufficiente”, perché non arriva mai “a farla urlare”. Certo Lily che non il tuo boy non è all’altezza, ma anche ‘sta canzone e ‘sto video però…
Lily Allen intanto sta per arrivare in Italia, il 29 aprile ai Magazzini Generali di Milano. Info: 02 76113055, www.barleyarts.com
(Paolo Bardelli)