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E così abbiamo archiviato anche questo 25 aprile, fatto di riconoscimenti all’unisono finalmente provenienti un po’ da tutte le parti, come dovrebbe essere in una festa nazionale condivisa. Non lo so se tutto ciò è figlio di calcoli politici o se di maturazioni convinte, vedremo. Fino ad oggi il 25 aprile non è mai stato una festa nazionale come la si festeggia in altri Paesi (basti pensare al 30 aprile in Olanda o al 14 luglio in Francia): la sentono in pochi mentre invece è una festa bellissima. È un momento di ripartenza, di fiducia nel futuro, di speranza. Di gioia.
Proprio come il nome di questo gruppo nuovo nuovo proveniente dal Galles, i The Joy Formidable, trio formato dalla bionda ipnotica Ritzy Bryan (voce e chitarra), Rhydian Dafydd (basso) e Matt Thomas (batteria), di recente passato in Italia per concerti (il 3 Aprile hanno suonato ad Ancona, al Neon "Alterneon", il 4 a Torino allo Spazio 211 e il 5 a Fucecchio (FI), a La Limonaia).
Una band frizzante, dream-pop nervoso come se i Ting Tings fossero saltati sul palco di un concerto degli Arcade Fire fregandogli gli strumenti e attaccando a suonare: ultimamente se ne sente poca di roba fresca come i Joy Formidable, specialmente di matrice anglosassone.
L’album, “A Balloon Called Moaning" (2009), è un piccolo caso che sta mettendo d’accordo tutti, specialmente chi è qui con il cuore in gola per una primavera che fa fatica ad imporsi. Perché – qualcuno davvero ci crede – mettere a palla sullo stereo canzoni come “Cradle” o “Austere” potrebbe quasi far evaporare la pioggia.
I Joy Formidable sono così contagiosi che torna una carica bestiale: andiamo ad Amsterdam il 30 aprile a fare surf sulle lattine pestate di Heineken?
(Paolo Bardelli)