Share This Article
Gli Editors si danno al synth-pop. A Ferrara il gruppo di Birmingham suona quattro pezzi nuovi in bilico tra gli Ultravox e i Depeche Mode, di una bellezza tale da far presumere che il prossimo album possa essere quasi un capolavoro. In particolare c’è una song nuova, “Eat Raw Meat=Blood Drool”, che – ascoltata così, la prima volta, senza preparazione – ha ricreato un’atmosfera straniante ed emozionante, un’autentica celebrazione di paure strane e ancestrali: quando a metà del brano Tom Smith si è seduto davanti al pianoforte lo spirito come di una “Pyramid Song” massiccia si è manifestato all’istante. La perfezione totale.
Un concerto che non ci si aspettava: gli Editors si dimostrano un gruppo compatto, che suona con una padronanza e una determinazione inimmaginabili, nelle canzoni “vecchie” si potrebbero definire quasi deiprimissimiU2chefannoiColdplaymachesuonanocomegliInterpol. Anzi, è l’ora di finirla – noi in primis – a dare agli Editors l’appellativo di “derivativi“ accostandoli a destra e a manca (di solito agli Interpol…). Ascoltati in concerto occorre gridarlo forte: gli Editors sono gli Editors, altrochè!
Tom Smith scorrazza tra i vari microfoni sul palco senza essere mai domo, riempiendo il suono con la sua voce corposa e presentandosi come un vero leader (il che si vede soprattutto dalle basette rispettabili che ha messo su…), uno di quelli che ti qualificano un band all’istante. Chris Urbanowicz invece si palesa a proprio agio tra chitarre e moog a tal punto che la svolta elettronica pare una di quelle cose inevitabili della vita, di quei cambiamenti aspettati e attesi ma soprattutto figli di un d’esigenza sentita.
Gli inediti: “Bricks and Mortars” è un’Autobahn retrofuturista in cui scorrazzano note come aeromobili volanti, la già ricordata “Eat Raw Meat=Blood Drool” una celebrazione notturna aggrovigliata ed attorcigliata, “The Big Exit” un’intima confessione di un Nexus6, “Papillon” un singolone che gira e ti rigira attorno come se apparisse Max Headroom e si mettesse a cantare gli Eurythmics, gli Art Of Noise, i Visage e i primi Simple Minds.
Un’ora e un quarto di canzoni vive, vissute, quelle già edite che dal vivo paiono gemme di rara bellezza, mentre su disco – lo ammettiamo – le abbiamo sempre considerate dei brani ascoltabili e godibili e nulla più, e quelle del prossimo album “In this light and on this evening” (in uscita a settembre) intrise dello splendente charme delle cose che verranno.
Per molti, per chi li aveva già visti dal vivo, era ben chiaro: gli Editors sono una realtà imprescindibile. In forma come quest’estate, in bilico così tra prima produzione e nuovi orizzonti, hanno proprio un fascino unico.
Scaletta:
Bricks and Mortars
The Racing Rats
Lights
Bullets
Eat Raw Meat=Blood Drool
Munich
When Anger Show
Camera
Bones
An End Has A Start
The Big Exit
Smokers Outside The Hospital Door
You Are Fading
Fingers In The Factories
Papillon
“Eat Raw Meat=Blood Drool” suonata il giorno successivo, il 25 giugno a Zagabria: