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Girando per blog musicali, ce n’è uno che ha scritto ha chiare lettere che il primo album omonimo degli Workers è un “debutto stellare”, un corridore serio per essere il più bel disco del 2009. Una frase che si sente un po’ troppo spesso, e sempre prima (già a febbraio c’è chi giura di aver trovato l’album dell’anno…), ma cosa costa andare ad approfondire?
Gli Workers erano prima gli Your Black Star, e dopo quattro lavori hanno cambiato nome, evidentemente stanchi di averne uno che non colpisce molto (c’è pure un gruppo hip-hop che si chiama Black Star… – wikipedia). Si scopre dunque una band epica, cazzuta come i primi U2 o, meglio, come degli An Emotional Fish mischiati con i Black Rebel Motorcycle Club, dei Misson che si sono mangiati la discografia dei My Bloody Valentine.
Provenienti dal Kentucky, gli Workers (sito ufficiale) potrebbero essere o un semplice revival di un genere che sembra relegato alla fine degli Ottanta / inizi dei Novanta, oppure potrebbero rappresentare il segnale di un rigurgito di quegli anni, oramai che il recupero dei lustrini degli Eighties più scintillanti ha rotto veramente il cazzo e siamo prontissimi per riprendere i nostri amati primi 90’s.
Voi che dite?
MP3: The Workers – “Revolutions”
MP3: The Workers – “Trinidad & Tobago”
(Paolo Bardelli)