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PRIMAVERA SOUND 2009
Hamilton Santià:
Come ogni anno, la cosa più brutta è lasciare Barcelona dopo aver visto il tuo bel numero di concerti con la consapevolezza che non troverai più una situazione del genere salvo aspettare un altro anno. Una ruota che gira all’infinito. Fase 1: aspettative. Fase 2: estasi. Fase 3: depressione fino all’annuncio del nuovo cartellone.
L’edizione 2009 verrà ricordata come l’edizione con più affluenza – oltre 70 mila taglianti in tre giorni – e per il primo concerto di Neil Young in terra spagnola dopo vent’anni. Ora. Se ogni appassionato di musica dovrebbe andare al Primavera a scatola chiusa – anche in caso di edizioni tutto sommato deludenti, come quella dell’anno scorso – la ciliegina sulla torta di Neil Young è di quelle da cogliere al volo. E quando ti ricapita?
Rispetto agli altri anni abbiamo optato per una strategia più “anziana”. Anziché zampettare da un palco all’altro gustandosi venti minuti di concerti qui e venti minuti là, abbiamo assistito a tutti i live per intero. Ecco perché ci siamo persi un sacco di cose. Ecco perché, come al solito, leggerete solo dei gruppi che mi sono visto perdendo – volontariamente o meno – le cose più trendy che tanto piacciono alla gente in gamba che però, chissà come mai, non viene mai a Barcelona.
Piero Merola:
In una Barcellona letteralmente impazzita per i festeggiamenti della finale di Champions, il Primavera Sound rappresenta più che mai un non-luogo su cui regna unicamente la musica, componente in altri festival ormai quasi di contorno rispetto alla componente festa/degenero/devasto. Al Parc del Forum non ci saranno campeggi e fango in cui sguazzare né la necessità dei classici stivali da pesca per muoversi tra i cinque palchi, ma il cartellone difficilmente delude le attese nel giusto equilibrio tra novità di lusso e nomi di qualità della vecchia guardia. Su tutti probabilmente la doppia data dei My Bloody Valentine, Neil Young e le due derivazioni degli Spacemen 3, Spectrum e Spiritualized, ma qualsiasi elenco sarebbe riduttivo. Per farsi un’idea più chiara si consideri come Sonic Boom, Jarvis Cocker, Kevin Shields, Tim Burgess dei Charlatans, gli Yo La Tengo, Jesus Lizard e Thurston Moore abbiano definito questa edizione del 2009 come il festival migliore di sempre. Come vi concorda anche Dr.Kiko, l’unico italiano a esibirsi nella tre-giorni del Primavera al quale i suddetti hanno confidato questa altisonante constatazione, pur avendo partecipato il dj barese di stanza a Londra a due decenni di Reading e ai vari Glastonbury, Benicassim, V Festival, T In The Park, Phoenix, Oxygen, ATP, Isle Of White e addirittura Coachella. Il resto lo fanno i colori e gli odori della Barcellona di fine primavera.
30 maggio 2009