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Nulla da discutere. Il primo decennio del ventunesimo secolo, o se preferite gli anni Zero sono stati in tutto e per tutto nord-americani. Anche loro, i Local Natives (http://www.myspace.com/localnatives), vengono dagli States, recentemente alla ribalta come molti altri grazia alla vetrina texana del South By Southwest festival di Austin.
Direttamente dal sud della California, da quell’Orange County simbolo dello sfrenato dinamismo reaganiano, il quintetto si inserisce nel panorama indipendente nord-americano legato alla tradizione, ma non privo di pulsioni da revivalist contemporanei.
Per semplificare si immagini un’improbabile collaborazione tra Grizzly Bear e Fleet Foxes che ergono un ponte tra la Montreal degli Arcade Fire e la Toronto dei Broken Social Scene.
Eppure non rinnegano determinati spunti da wave britannica che mai pongono in secondo piano quella visceralità nei suoni delle chitarre e nelle voci inequivocabilmente a stelle e strisce.
Il disco di debutto esce il 6 novembre e si intitola “Gorilla Manor”. Il che arricchisce il quadro zoologico di queste Grizzly Foxes anno-2009.
(Piero Merola)