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Il pop patinato esiste ancora, è vero, ma è tutto più sfumato. Prendete questa Marina & The Diamonds: dopo un paio di singoli su Neon Gold, un’etichetta minore, la Atlantic ha messo gli occhi su di lei e Neon Gold (http://neongoldrecords.blogspot.com) l’ha dovuta lasciare andare, evidentemente.
La ragazza londinese ha tutti numeri per essere trasversale, perché ha una voce che tocca in certi punti Bjork e in altri Giusy Ferreri (!!?), con una strizzatina d’occhio – come soavità ed andamento del pezzo – a Feist e un’altra (vagamente) a Kate Bush o, meglio, a quell’altra inglesina che risponde al nome di Little Boots. Nell’arrangiamento di “Mowgli’s Road”, il primo singolo edito attraverso 679/Warner, c’è tutto: il pianoforte teatralmente british, una chitarra che sembra un bow-bow-bass con tanto di svisate Eighties alla The Edge, e nel complesso una patina di pulizia elettronica. Insomma pop allo stato puro, fatto in maniera curata con l’obiettivo, non nascosto e non disprezzabile, di vendere.
Anche il video di “Mowgli’s Road”, opera di Chris Sweeney, è particolare, visivamente preciso e pulito, con il corpo di Marina Diamandis (questo il vero nome dell’artista) che si trasforma in una fisarmonica di carta blu:
Il singolo “Mowgli’s Road” uscirà il 16 novembre, mentre l’album completo di Marina & The Diamonds è atteso per gli inizi del 2010.
Quando era su Neon Gold Marina era diversa, più essenziale, ma già si poteva intravedere il suo gusto etereo che ben si sposa con una perfetta orecchiabilità. Qui il suo video di "Obsessions", uscito a novembre dell’anno scorso:
La parte finale di “Obsessions” mi ha fatto ricordare una canzone sperduta degli inizi degli Anni Novanta, che ho sempre amato nella sua “psichedelia” commerciale, “Sleeping Satellite” di Tasmin Archer:
L’augurio per Marina & The Diamonds a questo punto è ovvio ma è da fare: quello di non finire meteora come Tasmin Archer.
(Paolo Bardelli)