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Se ci fosse giustizia nell’industria discografica, il gruppo che dovrebbe esplodere sarebbe proprio questo. Brunori Sas, freschi vincitori del Premio Ciampi (a proposito: il 19 gennaio ricorreva il trentennale dalla scomparsa del cantautore labronico) come miglior debutto discografico. Il disco, semplicemente ed ottimisticamente titolato “Vol. 1 ”, è una vera e propria chicca, un gioiellino pop intriso di una fugace ed agrodolce nostalgia dei tempi che furono.
Così come fugace è anche la mia chiacchierata telefonica con gli stessi Brunori, giustamente impegnati a promuovere questo loro primo sforzo discografico.
Come sta andando il tour?
Molto bene, è incredibile vedere le persone che vengono a sentirti cantare le tue canzoni a memoria. Non ce lo aspettavamo. Davvero.
Che ricordo avete del Premio Ciampi?
E’ stata un’esperienza importante per noi… diciamo che non è la nostra realtà quotidiana. Nel backstage c’erano artisti che hanno la storia della musica italiana (Renzo Arbore e Patty Pravo, tra gli altri) e che si sono dimostrati molto disponibili e interessati al nostro lavoro.
Che esperienze musicali avete prima di Brunori Sas?
Io (Dario) nasco chitarrista come di dice nelle biografie! (ride) Mi piacevano i Pearl Jam e tutta la scena di Seattle. Però ho fatto anche cose diverse come un progetto di elettronica a nome Blume e la musica per il cartone animato “Gino il pollo”. Quindi per fare questo disco ho lavorato per semplificazione rispetto a quello che facevo prima, come se avessi fatto una cura dimagrante del suono.
Da dove trai spunto per la scrittura dei testi?
Tutto nasce da vari stimoli. Ho riscoperto il quotidiano che mi mancava da troppo tempo anche se, a volte, ci sono momenti down. Il mio non è un elogio della normalità, piùttosto è un invito a non perdere il senso delle cose.
Mentre l’idea della società in accomandita semplice?
E’ la realtà. La mia famiglia lavora in mattoni e cemento. Inoltre quando ho scritto il disco, ero solo, nel senso che non conoscevo gli altri mie due futuri compagni di ventura (Simona Marrazzo cori/percussioni e Luca Telleschi batteria/basso) con cui avrei poi condiviso il progetto sul palco. Continuiamo a chiamarci col mio nome anche se siamo una band… un po’ come i Bon Jovi! (ride)
Sei tu il bambino nella copertina del disco?
Si. E quello sul retro che prende la pallonata in faccia è mio fratello! (ride)
Grazie per il tuo tempo e complimenti.
Grazie a voi.