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Il secondo album dei calabresi Miss Fräulein è un lavoro “di peso”. Estremamente curato nell’editing, di respiro internazionale nella cifra stilistica, ci si sente dietro una band che punta molto in alto. Le sonorità stoner non sono scomparse. Piuttosto si sono spogliate dell’etichetta di genere che solitamente le contraddistingue, sottraendosi alla nicchia per lanciarsi in una versione evoluta più accessibile anche ai non amanti del genere.
Lo si capisce fin dall’inizio. “You Know Why” attacca quasi pop, prosegue più aggressiva – le chitarre massicce – ma è una mezza finta, o forse solo una faccia del poliedro. Presto ti insospettiscono un paio di cambi di ritmo di quelli che sembrano stare più dalle parti del prog che da quelle del grunge, come se le chitarre e la ritmica fossero un po’ indecise sul da farsi, o meglio in bilico fra generi differenti. Ma si tratta solo di un altro depistaggio. La verità è più interessante e riguarda le connessioni, i richiami, i ritorni, gli echi – più o meno involontari – che creano le connessioni nervose dell’organismo chiamato rock. I King Crimson degli anni novanta e duemila, quelli frutto del dopo prog, di una evoluzione iniziata già un decennio prima quando c’era Tony Levin: riverberano chiaramente in questo disco. Sono solo bagliori, forse casuali, o forse un abbaglio di chi scrive? Però l’attacco di “In Confidence” farebbe drizzare le antenne anche all’ascoltatore più distratto: la voce di Giulio Ancora spinge verso un rock più duro ma dall’altra parte controbilanciano quegli inconfondibili giri di chitarra in rapida sequenza che parlano un rock più complesso.
Ci sono pezzi come “Human Hunter” che apparentemente ci risospingono indietro: ma poi ci risovviene di pezzi crimsoniani come “Eyes Wide Open”. Con un leggero spostamento dell’asse stilistico i Miss Fräulein intercettano qualcosa di sorpendente: l’indefinibile ibrido dell’ultimo Robert Fripp. Ne nasce dunque un’ibridazione formata da un genere istituzionalizzato e da un altro ibrido, e il risultato è una stratificazione complessa che aiuta a comprendere meglio anche l’ultimo corso degli illustri colleghi inglesi. La title track strumentale, scritta in collaborazione con Mirko Onofrio dei Red Basica, è una ulteriore conferma: dallo splendido corale iniziale per fiati alla poderosa e martellante progressione finale con venature di fanfara inconfondibilmente Red Basica.
“The Secret Bond”, con la sua sottile trama tematica, è un album al contempo leggero e pesante. Se fai un balzo per afferarlo in aria ti scivola giù a terra; se ti chini a terra ti schizza in alto.
Miss Fräulein sono Giulio Ancora (voce), Aldo D’Orrico (chitarre, armonica), Francesco De Napoli (batteria, percussioni), Alessandro Mazzotta (chitarre), Silvio Perri (basso, chitarre).