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Negli ultimi anni si è imparato ad amare di più le note degli States piuttosto che quelle di Albione, è stato inevitabile. Per chi non è nato con gli speroni nella culla o con Bruce Springsteen nello stereo (grazie a Dio no!) è stato un po’ come tradire la prima morosina. Per noi inglesi fino al midollo che la Union Jack ce l’hanno tatuata sul fondoschiena è stato un duro e brusco risveglio.
Però, ogni tanto, ritornano. Tipo i Charlatans, che a due anni di distanza dal loro ultimo lavoro “You Cross My Path”, pubblicano il nuovo album “Who We Touch” (uscita ufficiale il prossimo 7 Settembre). In realtà non si sono mai fermati, i Charlatans, e hanno sul groppone 20 anni di carriera, che non sono proprio pochi.
Nel video di “Love Is Ending” si vedono in controluce su un palco di teatro, e sembra – dalle fattezze e dai riff – che non sia passato un giorno da “Indian Rope”. Non una canzone stratosferica, ma un “è bello sapere che c’è”.
“Who We Touch”, undicesimo album della band, con alla produzione Youth (Paul McCartney, Primal Scream e The Verve) e registrazione al Britannia Row di Londra (dove, vuole la leggenda, i New Order registrarono “Blu Monday”). A curare l’artwork dell’album è stato chiamato l’artista britannico Gee Vaucher: se non è british questa copertina!
Torniamo a mostrare la nostra Union Jack dal finestrino dell’auto.
(Paolo Bardelli)