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Uno spettro si aggira per il Nord Italia: è lo spettro del r’n’r più viscerale che nutre questa volta i sogni di Anna Barattin. Sogni che diventano canzoni, semplici, immediate, voce e chitarra acustica. I Vermillion Sands, la sua band (da Treviso), le plasmano e ce le restituiscono per quei deliziosi jingle-jangle folk-country-blues che sono, tra contrabbassi, banjo e organi che speziano un suono garage elettro-acustico esemplare.
Quel che ne viene fuori è molto meno settoriale di quello che si potrebbe pensare.
Anna ha una voce annoiata, disillusa, dolce e guida con altrettanta disinvoltura cantilene oniriche, galoppate western in odore perfino di Smiths e danze r’n’r gentili e trascinanti.
Ne risulta alla fine uno strano incrocio tra teppaglia maleducata come Black Lips e Demon’s Claws da una parte e dall’altra donzelle innamorate del pop’n’roll come la prima Blondie o le ultime Dum Dum Girls.
Se riuscite a non muovere il culo, o almeno il piede, con “Star Light Star Bright” e a non sognare amori nuovi o perduti con “Weary B Weak” vuol dire che non avete cuore.
(Lorenzo Centini)
9 settembre 2010