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Ormai s’è capito. Dave 1 e P-Thugg, le due menti dietro ai Chromeo, sono, musicalmente parlando, due personaggi fuori dal tempo. E forse anche fuori contesto. In comune rispetto alla scena electro attuale hanno ben poco, eppure con soli due dischi il duo canadese è diventato un importante punto di riferimento per i dj di maggior spicco del panorama mondiale. “She’s in control” e “Fancy footwork” sono stati due album seminali a loro modo. Nel senso che da quei brani sono venuti fuori una miriade di remix che non hanno impiegato molto tempo a invadere i dancefloor più importanti. E non vanno dimenticate le collaborazioni in particolare con il “giro” francese della Ed banger, con la riuscitissima “I am somebody” assieme a Dj Mehdi.
Ora, dopo tre anni dall’ultimo lavoro, esce “Business Casual” e ci troviamo di fronte a un lavoro in cui le peculiarità musicali già messe in mostra dai Chromeo vengono ancora di più amplificate. E se magari il singolo “Night by night”, uscito già l’anno scorso, può apparire in parte come un pesce fuor d’acqua, le altre canzoni del disco ricalcano fedelmente l’attitudine electro pop anni ’80 di questo lavoro. Spesso con arrangiamenti tra il pop e il kitch, soprattutto nelle parti con la talk box, di cui si fa un uso ancora maggiore che in passato. Allo stesso modo c’è un grande utilizzo di synth, mai irruenti però, sempre raffinati. Insomma tempo di due/tre brani e ci si trova immersi in un party in perfetto stile 80s. Con Philippe Zdar dei Cassius in cabina di regia, “Business casual” è un disco dagli arrangiamenti sicuramente di qualità, ma sfoggia anche un suono piuttosto ripetitivo. Insomma la formula Chromeo, giunta al suo terzo capitolo, stavolta non convince in pieno. Anche se, oltre a “Night by night”, gli episodi dell’album che si riascoltano con piacere non mancano. Come l’iniziale “Hot mess”, per esempio, con un ritmo up-tempo trascinante, o l’altro singolo “Don’t turn the lights on”, dagli arrangiamenti eleganti e raffinati. In altri momenti invece risaltano le sonorità smaccatamente retrò (“When the night falls” o “Grow up”). “Business casual” punta chiaramente più alla forma che alla sostanza, diventando un mero esercizio di stile ben eseguito per i Chromeo, niente di più.
(Francesco Melis)
11 ottobre 2010