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Un breve, intenso e finemente narrato scorcio sonoro. Ecco cosa succede ad unire l’incantata voce di Bjork alle sonorità armoniche dei newyorkesi Dirty Projectors. “Mount Wittenberg Orca” è l’EP, uscito nell’estate 2010 che vede protagonisti i due artisti, in una collaborazione sinergica e di buon effetto.
Il progetto è nato da un piccolo live acustico tenutosi nel 2009 in una libreria newyorkese, in favore di una raccolta fondi per la ricerca contro l’AIDS, dove Bjork e i Dirty Projectors presentarono alcuni pezzi inediti. E’ infatti sotto l’aurea di uno scopo benefico, quello della salvaguardia delle balene, che nasce il tema portante di questo album. Fra atmosfere oceaniche, cetacee e ecosolidali ritroviamo dunque una Bjork ristabilita (dopo i due anni di tour), che torna a quel lavoro vocale sicuramente vincente che non sentivamo forse dai tempi di “Medulla” del 2004. I Dirty Projectors invece, proseguono temi e ritmi già affermati nel precedente “Bitte Orca” dal sound più apertamente commerciale, immersi nel loro pieno stile armonizzante. Un EP, questo, autoprodotto e distribuito solo solo in formato multimediale, i cui intriti (su offerta) verranno devoluti per la salvaguardia delle balene.
Tema inflazionato ormai quello dell’ambientalismo, ma in questo caso è riuscito come un ottimo pretesto per realizzare una piccola magia. Immaginate di immergervi sott’acqua , trattenendo il respiro e rimanendo lì in ascolto. E’ proprio questa la sensazione che si ha nello scorrere le brevi sette tracce. L’armonica sonorità dei Dirty Projectors, a tratti minimale e a tratti intermezzata da guizzi vocali e strumentali, crea uno sfondo ideale per il bassorielievo vocale e finemente intrecciato della regina dell’avant pop.
A dare il LA all’intero EP nella prima traccia, “Ocean”, sono le voci femminili, che riescono a ricreare il suono, o meglio dire il canto, delle balene, e ad irretire l’ascoltatore trascinandolo nelle atmosfere di questo “Mount Wittenberg Orca”. Un mondo sospeso e atemporale, fuori da ogni catalogazione, nel quale i brani si susseguono come in un piccolo concept album. Il lavoro strumentale scarno ed essenziale su cui si posano sublimente i giochi di voci e i vocalismi eterei passa dai toni più gioiosi e altalenanti come “When the worlds comes to an end” a quelli più cupi degli ultimi pezzi. Il tutto creando scenari in cui la musica il testo e le voci si mescolano in modo naturale, come se fossero stati creati contemporaneamente da madre natura. Come in “Beautiful Mother” dove musica e voce dialogano eccellentemente. L’album si conclude con la significativa “All we are” su toni più angoscianti e cupi. Insomma un lavoro ben riuscito, capace di trascinare l’ascoltatore fra paesaggi lontani e sensazioni atemporali.
(Eleonora Ferri)
Collegamenti su Kalporz:
Dirty Projectors – Concerto al Circolo degli Artisti (Roma)
Dirty Projectors – Bitte Orca
Dirty Projectors – Rise Above
Bjork – Volta
Bjork – Army of me: remixes and covers
Bjork – Medùlla
Bjork – Concerto all’Arena di Verona
Bjork – Concerto al Teatro Regio di Parma
Bjork – Vespertine
Bjork – SelmaSongs
Bjork – Debut
29 ottobre 2010