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L’estremo, disperato rigurgito hardcore portato avanti dai triestini The Secret assume forme intransigenti e devastanti con l’ultima prova chiamata programmaticamente “Solve Et Coagula”. Una terribile e macabra processione in dodici stazioni, un unico monolite di terribile violenza liberatoria quasi sempre a velocità folle.
Eccetto la prima “Cross Builder”, pesante e fangosa, il resto dell’album porta allo spasimo riff e tempi hardcore portandoli in continuazione a contaminarsi col grind, a costeggiare in più punti il black metal, fino a volte a rintracciare similitudini con la scena death metal svedese anni ’90 (At The Gates, Entombed, The Haunted, guarda caso quelli con le più nitide ascendenze hc), mentre il risultato complessivo si situa in piena continuità col gotha post-hc mondiale, pattuglie come Converge, Breach e gli Zao di “The Fear Is What Keeps Us Here”.
“Death Alive” in due minuti secchi schianta l’ascoltatore e spezza la spina dorsale con un finale da brivido, la fierissima “Antitalian” piazza l’unico riff intelligibile e di sicuro impatto e lo schiaccia con un assalto ritmico all’arma bianca, “Pleasure In Self Destruction” conficca una mitragliata di chiodi nelle carni. In “Eve Of The Last Day” il testo chiarisce il senso dell’intera operazione (“Northeastern discomfort brings the war to our door / and we have no more souls to sell. / It’s the price we pay for our devotion to the end.”).
La conclusione è lasciata all’urlo insostenibile della terrificante “1968” e al suo grido di indipendenza urgente e necessario (“Head against walls I will burn every fucking flag in front of everyone, betrayed. To hear their screams louder”).
Registrato da Kurt Ballou (Converge) e uscito per la Southern Lord di Greg Anderson [SunnO))], “Solve Et Coagula” è un capolavoro intenso e salvifico, un calcio in faccia ad un paese penosamente arreso alla sua parte peggiore, una rivendicazione durissima di libertà, parola che di recente si è miseramente rivoltata contro se stessa.
(Lorenzo Centini)
18 novembre 2010