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“Bisogna che tutto cambi perchè tutto rimanga com’è” diceva il Gattopardo nel celebre romanzo di Tomasi di Lampedusa, e non c’è frase più azzeccata per questo album che, nonostante sfumati cambiamenti, ha come risultato quello di produrre melodie e strutture musicali che sanno di già ascoltato, seppur sempre apprezzabili e ben riuscite. Eppure di strada ne hanno fatta, con tanto di mascherina, i quattro di Liverpool. No, non i Beatles, bensì quei Clinic cavalieri della sperimentazione psichedelica, dalle tinte garage e art-punk. Con il nuovo album “Bubblegum” (come sempre su Domino, la “famosa” etichetta di Franz Ferdinand e Animal Collective), i Clinic presentano un lavoro ricco di nuove sfumature acustico psichedeliche. Peccato che questi piccoli progressi si perdano nelle strutture “clinicamente” sempre uguali. Il disco si apre con il primo singolo estratto “I’m Aware”, che si discosta dalla loro solita formula: un dolce pezzo che parte con una semplice chitarra acustica, accompagnata dalla voce insolitamente posata e limpida di Ade Blackburn, e che va poi a finire in un trasognato, onirico, arrangiamento di archi. Si passa poi a ballate ammalianti come “Baby” e “Milk&Honey”, colme di questa ritrovata psichedelia acustica, ma non mancano nemmeno pezzi più marcatamente “made in Clinic” come “Orangutan” o “Lion tamer”. Sono proprio queste nuove tinte sperimentali acustiche che vengono aggiunte alla tipica e solita psichedelia dei Clinic a testimoniare il cambiamento e l’impercettibile ed effimera innovazione stilistica. Insomma, il classico album timbrato Clinic. Ed’è un peccato che nell’ascolto complessivo di queste assorte tredici cantate acustico oniriche, se ne perda il fascino imprescindibile che dovrebbe imprimerti nella mente quegli accordi e quelle melodie. Giunti a questo sesto album in studio i Clinic non sono riusciti a fare un salto di innovazione nella struttura compositiva,e trovano in questo il loro peggior difetto, come forse anche il loro maggior pregio. La formula vincente del timbro tipico Clinic regala sempre, anche se sempre la stessa, buona musica. La sensazione di essere guidato dalla voce di Ade Blackburn verso sentieri idilliaci e vagheggiati.
(Eleonora Ferri)
Collegamenti su Kalporz:
Caspiterina! – I Clinic si danno al folk delicato? (07.08.2010)
Clinic – Concerto alla Flog (Firenze)
Clinic – Visitations
Clinic – Winchester Cathedral