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MIGLIORI USCITE INTERNAZIONALI
1. Twin Shadow- “Forget”
Per la grazia
2. Villagers- “Becoming A Jackal”
Per la malinconia
3. Ariel Pink- “Before Today”
Per la cialtroneria
4. Janelle Monae- “The ArchAndroid”
Per il gioco
5. Beach House- “Teen Dream”
Per i sogni
6. Tame Impala- “Innerspeaker”
Per la potenza
7. Deerhunter- “Halcyon Digest”
Per la malattia
8. John Grant- “The Queen Of Denmark”
Per le ferite
9. The Sonnets- “Western Harbour Blue”
Per l’eleganza
10. Field Music- “Field Music (Measure)”
Per l’acutezza
MIGLIORI USCITE ITALIANE
1. The Record’s- “De Fauna Et Flora”
Per la felicità
2. Massimo Volume- “Cattive Abitudini”
Per il tempo
3. Uoki Tochi- “Cuore Amore Disintegrazione”
Per la verità
4. Alessandro Fiori- “Attento A Me Stesso”
Per l’assurdo
5. Samuel Katarro- “The Halfduck Mistery”
Per il delirio
6. Spiritual Front- “Roma Rotten Casinò”
Per la decadenza
7. Colapesce- “Colapesce”
Per i sentimenti
8. Amor Fou- “I Moralisti”
Per la bellezza
9. Buzz Aldrin- “Buzz Aldrin”
Per la violenza
10. Drink To Me- “Brazil”
Per il ritmo
SEGNALAZIONI SPARSE (l’almanacco di Francesco Giordani)
Sul versante indie-pop lo-fi (principalmente americano) segnaliamo una rigogliosa fioritura di deliziose e friabilissime formazioni, quasi sempre in bassa fedeltà, incastrate tra amarcord da vecchia Inghilterra letargica formato Sarah-C86 e surf-pop spiaggino da California Dreamin’ sempiterno. Vanno in questa direzione i teneri lavori di Magic Kids e Drums, delle Dum Dum Girls e dei Best Coast , dei Wild Nothing o dei Male Bonding (unici inglesi effettivi, più punk e fai da te).
Ci ha lasciati abbastanza stupefatti l’impressionante slavina di debutti solisti firmati (con grafia incertissima) da fuggiaschi in licenza obbligatoria da gruppi per lo più in aviaria di idee. Dischi rigorosamente non richiesti e infallibilmente tautologici. Jonsi, Paul Smith, Fyfe Dangerfield, Carl Barat, Keke Okereke, Brandon Flowers...Se di dischi solisti si deve parlare, si facciano allora i nomi di Rufus Wainwright (che scolpisce una lapide mortuaria, per la madre defunta, di potenza inaudita), dell’ex Orange Juice Edwyn Collins o di Mark Kozelek (che sotto il moniker Sun Kill Moon ridona significato alla parola songwriter).
Ma il 2010 è stato anche e soprattutto l’anno dei grandi ritorni. Nessuno di essi, alle nostre orecchie, ha tuttavia ripetuto il colpaccio clamoroso delle puntate precedenti. Stiamo parlando di gente come National, Mgmt, Vampire Weekend, Walkmen, Joanna Newsome, Titus Andronicus, Black Angels, Arcade Fire, Divine Comedy, Paul Weller, Shearwater, Spoon, Antony, Grinderman e via discorrendo.
Sul fronte elettronico, da noi meno battuto, le cose sono andate decisamente meglio, con i ritorni insperati di Chemical Brothers, Gorillaz e Unkle, la classe soul cristallina degli Hot Chip (con nota di merito alla postilla Silver Columns, epigoni di qualità), e con gli straordinari caleidoscopi sonori di Four Tet, Caribou e Flying Lotus.
La nostra amata Inghilterra quest’anno ha prodotto decisamente poco: principalmente i debutti promettenti (ma niente più) di Delphic, Hurts, Everything Everything, Race Horses e We Have Band e i ritorni all’altezza della situazione di Foals e These New Puritans. Bigiotteria insomma. Possibili nomi su cui puntare per la prossima stagione: Chapel Club, Mirrors, Wild Palms, WU LYF, Egyptian Hip-hop, Frankie & The Heartstrings, Django Django, Kindness, Life in Film. Premio della critica per l’ep fuori concorso “Minotaur” dei sempre verdi Clientele.
Per la serie Ikea-pop spariamo le cartucce dei validissimi Northern Portrait, dei Sambassadeur e degli inspiegabilmente ignorati Shot Out Louds.
Altri album di buon livello da ricordare sono senz’altro quelli di Warpaint, Violens, Morning Benders, Owen Pallet e degli immarcescibili Brian Jonestown Massacre.
PEGGIORI USCITE NAZIONALI E INTERNAZIONALI
1. Interpol, “Interpol”
Requiescant in pace
2. Kings Of Leon, “Come Around Soundown”
Palestrati
3. No Age, “Everything In Beetween”
Inconcludenti
4. Belle And Sebastian, “Write About Love”
Lessi
5. Sufjan Stevens, “The Age Of ADZ”
Farfalle
6. Black Mountain, “Wilderness Heart”
Ferrivecchi
7. Manic Street Preachers, “Postcards From A Young Man”
Democrazia cinese
8. Baustelle, “I Mistici Dell’Occidente”
Sedicenti
9. Black Rebel Motorcycle Club, “Beat The Devil’s Tatoo”
Stanchi
10. Liars, “Sisterworld”
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(Francesco Giordani)
Collegamenti su Kalporz:
Francesco Giordani Awards 2009
Francesco Giordani Awards 2008
Francesco Giordani Awards 2007
18 dicembre 2010