Share This Article
Non me ne vogliamo, i Love In Elevator (l’articolo determinativo è variato in base alla maggioranza maschile all’interno del gruppo). Li ho più volte bistrattati, vuoi per dischi a mio avviso non particolarmente riusciti, vuoi per una presa live che, in più di una circostanza, mi ha annoiato. Come si suol dire,de gustibus.
Gli unici interessi passati erano più rivolti alle collaborazioni che non alla reale portata della band. Per chi non lo sapesse, Luca Ferrari e Franz Valente (due dei migliori batteristi in circolazione) hanno prestato bacchette e synth ai Love.
Nessuno è perfetto e nessuno ha la verità in mano, per cui ho dovuto rimangiarmi tutti i preconcetti e le fisime mentali prima dell’ascolto “Il giorno dell’assenza”.
Questo è UN disco, ottimamente prodotto, ben suonato e soprattutto ricco di pezzi, con un filo logico che si ritrova sempre più difficilmente all’interno di un solo album.
Non è il classico prodotto usa e getta adatto per una festa di finti alternativi, per questo ci pensano gli ultimi album dei Baustelle.
Qui si cerca di esplorare tre varianti, amore-fuga-ricerca, e di abbinarle ad un tappeto sonoro che possa essere la cornice sonora ideale per immortalare fugaci fotografie musicali senza tempo.
L’influenza maggiore è quella dei Verdena de “Il Suicidio Dei Samurai” e “Requiem”, egregiamente ridisegnata con il tocco che contraddistingue i mai troppo osannati Motorpsycho (l’intensa “Il sesso delle ciliegie” e la lunga “Dune”, con una bellissima coda in cui le chitarre octaveriane di Anna Carazzai duettano con i violini di Manzan e Sogne).
Potremmo dividere il disco in due parti: una più meditativa, dal vago sentore retrò, che parte dalla dolce ninna-nanna di “Camilla’s theme” e arriva sino a “Il sesso delle ciliegie”.
La seconda parte, ovvero da “Mancubus” in avanti, è la parte stonata, in cui i tre decidono di scaldare le valvole e di estrapolare pezzi post-punk violenti e deliranti.
Colpisce “I cieli di Munch”, violenta deflagrazione sonora che riesce ad abbinare l’irruenza di “Was?” con l’immediatezza di “Condoleeza” dei Torquemada (altro disco da segnalarvi!). Il tutto rimasticato e sputato della bella voce di Anna. “Consigli d’un bruco” è un distorto strumentale in cui riff abrasivi fanno da contorno a estrapolazioni discorsive apparentemente senza senso.
Se al risultato finale aggiungiamo l’ottima sezione ritmica composta da Christian Biscaro al basso e Roberto Olivotto alla batteria e la registrazione in analogico effettuata da Marco Fasolo, la riuscita è garantita.
I Love In Elevator levano la maglietta delle Babes In Toyland e indossano indumenti che trasudano rock alternativo a 360 gradi, un altro centro per la Go Down.
(Matteo Ghilardi)
Collegamenti su Kalporz:
News – I Love in Elevator sono presenti: esce “Il Giorno dell’Assenza” (13.11.2010)
Verdena – Canos EP
Verdena – Requiem
Verdena – Concerto al Rolling Stone (Milano)
Verdena – Il suicidio del samurai
11 dicembre 2010