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“Leaves in the Gutter”, EP publicato nel 2009, aveva acceso le speranze. Erano passati oramai otto anni da quel “Here’s to Shutting Up” (2001) e davvero si iniziava a sentire la mancanza della musica dei Superchunk. I due responsabili del progetto, Mac McCaughan e Laura Ballance, non avevano difatti sciolto il gruppo, ma si erano dedicati a tempo pieno alla propria etichetta discografica, quella Merge che ha portato nell’olimpo dell’underground proprio gli Arcade Fire. Sembra paradossale, ma il talento di questi ragazzi, coloro che hanno divulgato l’indie rock in tempi non sospetti, si è fatto da parte per aiutare le nuove leve, che li hanno assurdamente sorpassati. Ingiustizie che non intaccano minimamente la purezza dei Superchunk, che partoriscono un disco eccezionale come “Majesty Shredding”, figlio del tempo che fu, eppure talmente attuale che le nostre orecchie stentano a crederci. Figuriamoci il nostro corpo e i nostri occhi bagnati dalle solite lacrime. L’adolescenza, si sa, è roba grossa che ogni tanto torna a galla, perché abbiamo sempre bisogno di sentirci amati e abbiamo necessità di cantare al mondo tutte le disillusioni che non conoscono lo scorrere del tempo. Allora salite in cantina, rispolverate il vostro skateboard e la vostra maglietta sdrucita dei Dinosaur Jr., scendete in strada e lasciatevi colpire dalla irruente melodia di “Digging For Something”, saltate verso il cielo intonando Yeah Yeah Yeah nel finale di “Crossed Wires”, ringraziate “Learned to Surf” (contenuta anche nell’EP “Leaves in the Gutter” in versione leggermente diversa) per aver dato la scintilla ed aver generato dieci fratellini, dieci piccole gemme di immortale elettrico power pop. Anzi, nove gemme, perché la chiusura affidata a “Everything At Once” è la perla rara di una discografia luminosa, che un giorno verrà rivalutata. Vi sentite già meglio, vero?
(Nicola Guerra)
7 dicembre 2010